Il calcio ai calciatori. Mmhhh. Lo slogan è buono, affascinante, suggestivo. Poi bisogna fare i conti con la realtà. La realtà di un sistema che non accetta, quasi temendola, l'incursione nei palazzi istituzionali dei veri attori, protagonisti di questo sport. L'ultimo esempio è stato fornito da Damiano Tommasi, responsabile del sindacato calciatori, ma fermo al venti per cento mentre gli altri due concorrenti, Sibilia e Gravina, provavano inutilmente a giocarsela. Nulla di nuovo anche se si avvertono segnali di fumo bianco, i calciatori tentano di uscire dal canneto (comodo) nel quale si sono e sono stati nascosti. La pubblicità offerta loro nelle varie emittenti, come opinionisti (al posto dei giornalisti e questa è una sconfitta, stranamente accettata dalla nostra categoria), ha illuminato figure di margine e dato spazio a personaggi che oggi vedono crescere la loro credibilità. Alessandro Costacurta è il primo della lista, tra i candidati a un posto di subcommissario (non so bene di che cosa si tratti) in federcalcio.
In passato sono rarissimi gli esempi positivi e riusciti: Boniperti, su tutti, quindi Mazzola, Rivera, Chinaglia, Zoff, con risvolti differenti e comunque, nel totale, rispediti al mittente. Lo stesso Platini ha pagato il prezzo della squalifica internazionale per l'oscuro caso Fifa (ancora aperto). Per il momento c'è soltanto il sentore del risveglio di una classe, quella degli ex calciatori, che potrebbe prendere maggiore coscienza del proprio potere ma questa e questo dovrebbero essere figli di una competenza e di una esperienza che non mi sembrano garantite, al di là di alcune latitanze linguistiche e grammaticali. Sta di fatto che il calcio, il palazzo fatiscente della Figc e quello villano della Lega Professionistica, ha bisogno di nuovo inquilini, non soltanto per l'anagrafe ma per la competenza specifica e per la credibilità internazionale. Gli esempi dei vari Boban, Van Basten, Stankovic, Figo, inseriti nel giro Fifa-Uefa, sono bandierine per accontentare i tifosi romantici, il potere resta nelle mani dei baroni.
Fermo restando che la stessa federazione è ormai un organo desueto, fuori dalla realtà veloce e feroce dello sport moderno. Il commissariamento ne è la conferma, il futuro non incomincia mai, il passato è ormai dimenticato e il presente non lascia speranze.
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