Ronaldo fa pagare il conto alla Signora che preferì Salas

Ronaldo fa pagare il conto alla Signora che preferì Salas

Tutta colpa di un matador. Che non è spagnolo. Anzi, cileno. Tutta colpa di Marcelo Salas che nell'estate del Duemilatre rifiutò il trasferimento allo Sporting di Lisbona e inguaiò il progetto di mercato della Juventus. Cristiano Ronaldo aveva diciotto anni, passò le visite mediche a Torino ma il no del matador lo liberò dall'impegno assunto e prese al volo l'offerta del Manchester United, perché sir Alex Ferguson era una garanzia assoluta e il football inglese di più. Trascorsi dieci anni, Cristiano Ronaldo ha affrontato per la prima volta la Juventus rifiutata e per due volte l'ha presa a schiaffi, come non si dovrebbe fare con una Signora, o sedicente tale per letteratura calcistica.
Il gioco del football è fatto di queste coincidenze. Ronaldo ha fatto quello che deve fare per contratto procurando acidità di stomaco acuta in Antonio Conte che al tempo delle visite mediche del portoghese era ancora in squadra. Così come è stato davvero strano vedere due colleghi di oggi, Ancelotti e Conte, che insieme, allenatore il primo e capitano l'altro, al massimo arrivarono a vincere una coppa intertoto, mentre adesso si giocano la Champions, dopo averla comunque vinta su siti diversi. Ed è davvero ancora più maledetto vedere il Ronaldo niente affatto Cristiano truffare il gioco, l'arbitro e gli assistenti di questo, finendo disteso sul prato, come colpito da Tyson ma toccato dal braccio di Chiellini.
Si può essere campioni e leggende anche senza il trucco e la furbata. Le immagini televisive smascherano il falso incidente ma la realtà resta un'altra, l'astuzia vile del portoghese ormai fa parte di un gioco, il calcio appunto, che prevede la finta e, ahimè, anche l'inganno, per poi sbracare nella combine.
Non è il caso di esagerare ma vedendo il nuovo taglio di capelli di CR7, con due righe rasoiate in orizzontale sul lato sinistro del capo, sopra l'orecchio, penso che farà moda, come il suo modo di calciare le punizioni da pistolero. Madrid ha il suo special one portoghese che ha cacciato via lo special one, quello vero, dico di Josè Mourinho e Carlo Ancelotti, pacioso ma non pacifico, lentamente sta convincendo il popolo delle meringhe di essere un allenatore come lo fu sulla stessa panchina, Fabio Capello. Da don Fabio a don Carlos, la storia di questa magica squadra e di questo magico stadio non cambia. La dimostrazione e la conferma sono arrivate quando Antonio Conte, in apnea, ha deciso di togliere dal gioco Andrea Pirlo, un docente. E allora la gente del Chamartin o Santiago Bernabeu, si è alzata in piedi per applaudire, ovacion per un maestro costretto a uscire per esigenze tattiche e per la vile giocata di Ronaldo.


Personaggi e interpreti dello stesso film già visto e previsto, lo sbilancio finanziario aggravato da quello prima tecnico e poi numerico in campo, con il paradosso di vedere cento milioni di euro seduti in panchina per oltre un'ora, prima di farsi spiegare, il vero principe di Galles, Gareth Bale, che cosa fare in campo. È il football di oggi, bellezze. È stato Real Madrid-Juventus. Tutta colpa di un matador cileno e di un portoghese furbissimo.

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