I fenomeni non conoscono vie di mezzo. Fanno sempre le cose in grande. Nel bene e nel male. È così anche per Valentino Rossi che in Malesia si butta via. Brutto da vedere, difficile da capire non da comprendere. Fuoriclasse anche negli errori, anche se Marc Marquez ci ha messo molto del suo.
Al settimo giro dopo diciassette sorpassi tra i due, una battaglia da finale di gara più che da primi giri, dopo aver più volte guardato a muso duro lo spagnolo dicendogli «ma cosa stai facendo», Vale non ci ha visto più. Ha allargato in curva con Marquez affiancato all'esterno, lo ha portato al limite della pista, quasi in surplace lo ha guardato ripetutamente, quindi il contatto e quel movimento «innaturale» della gamba, così definito da Dani Pedrosa, unico vero vincitore in una delle giornate più brutte del motociclismo. Marquez è finito a terra e la corsa è praticamente finita lì, davanti non è cambiato più nulla: Pedrosa ha vinto, Lorenzo secondo, Vale terzo. Perché la direzione corsa non ha avuto la reattività di dare un ride through al dottore, ma ha preferito confezionare un papocchio di punizione a gara finita: nulla a Marquez, anche se i commissari hanno detto di non credergli che non abbia rallentato Valentino («non punibile»); Rossi, invece, si becca tre punti sulla patente, che sommati a quello di Misano, lo faranno partire dal fondo della griglia a Valencia. Ultimo e decisivo atto perché il pesarese comunque ha sette punti di vantaggio su Lorenzo.
Ma tutto potrebbe essere già finito: «Non so se ci sarò. È una sanzione troppo pesante», ha detto Vale. Una rinuncia che sarebbe anche peggio della ginocchiata: «Ha vinto Marquez, mi ha fatto perdere il Mondiale, il campionato è falsato». Non si dà speranza Rossi: «Non volevo farlo cadere. Dall'elicottero si vede che non gli ho dato un calcio... cade perché tocca con la coscia il mio manubrio». E sul web un video lo scagiona: dal filmato è Marquez con il casco che va a toccare la gamba di Rossi con il contatto provocato dalla traiettoria della Honda.
Poi la cronaca di quei sette giri sembra confutare la sua sparata della vigilia: «Marquez in Australia mi ha rallentato apposta». Così ieri in Malesia: Marquez «lascia» passare Lorenzo andando largo, una staccata sbagliata, poi ingaggia un duello a suon di carenate con Vale. Tutto nel regolamento, ma provocatorio al limite dell'antisportività. Per vecchie ruggini. Dall'Argentina all'Olanda. Rossi ha rivelato che il manager di Marquez gli ha detto: «Lo sai come è fatto, ad Assen gli hai fatto perdere il mondiale». Rossi ha deciso di rendere tutto pubblico, la mossa non ha pagato. Perché Marquez non si è fatto da parte come chiedeva Valentino, come a dirgli: «Se ci riesci stammi davanti». Il massimo per lo sport sulla carta, uno spot unico riuscito nel peggiore dei modi. Vale non ha avuto pazienza ed è caduto nella trappola.
Adesso volano gli stracci con Marquez e Lorenzo. L'amicizia era già finita, adesso non c'è più nemmeno rispetto con Marc. Rossi non crede che i due spagnoli fossero d'accordo, «anche se la reazione di Lorenzo potrebbe farlo pensare». Poi insinua «che tanto a Valencia Marquez farà passare Lorenzo, se dovesse servire». Rifarebbe tutto «perché non è giusto stare zitti e prenderlo in quel posto». E ieri gli ha anche detto a muso duro «quello che penso di lui...». L'altro, Lorenzo, è andato a dire la sua in direzione corsa: «Ha un nome importante per questo non gli hanno tolto punti».
Su una cosa Rossi ha ragione al cento per cento: «Brutto epilogo». Di un mondiale, forse della sua carriera perché di occasioni di vincere il decimo mondiale potrebbe non averne più. La ginocchiata a Marquez, è una ginocchiata alla leggenda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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