Scozia, grazie di esistere. È solo a questa squadra così malandata, così improbabile, così lontana dalla grande tradizione degli highlanders, che l'Italia del rugby può lasciare il maledetto cucchiaio di legno. Abbiamo vinto, ed è ciò che conta dopo una fila interminabile di sconfitte, abbiamo messo in casella i primi e unici due punti di questo Sei Nazioni, abbiamo soprattutto scoperto che c'è chi sta peggio, ma molto peggio di noi, se si pensa alla tradizione secolare che ha alle spalle. Ma la vittoria sofferta di Roma (13-6) non può e non deve far suonare le trombe attorno a una nazionale che ci mette tanto cuore ma ancora poche idee.
È un'Italia che lotta fino in fondo, fino all'ultima mischia, che sfrutta la confusione mentale degli scozzesi e mette a segno l'unico lampo della partita con una meta di Venditti, un nome che da queste parti fa sempre tanto effetto. Ma purtroppo nonostante l'incredibile folla sulle tribune dell'Olimpico (72mila spettatori) e nonostante il miglior arbitro in circolazione (l'irlandese Rolland, preciso e inflessibile), a Roma va in scena uno spettacolo di basso livello, una partita che forse potremmo vedere anche nel nostro campionato in zona retrocessione.
Brunel riesce finalmente a trovare il primo sorriso, ma per farlo deve affidarsi al cuore della vecchia guardia (grandi Parisse, Ongaro, Lo Cicero) e soprattutto a un immenso Castrogiovanni tutto incerottato dopo la frattura della costola subita con gli inglesi, segno evidente che il ct non vede dietro questo colosso molti ricambi di cui fidarsi.
(6 Nazioni al Galles, Francia battuta per 16-9)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.