Il mondiale delle facce di bronzo ha già i suoi campioni: ha vinto a mani basse l'agenzia antidoping russa, chiamata Rusada. Non che fosse una novità, però i benemeriti nulla fanno per non smentire la fama. I benemeriti della Rusada, appunto, annoverano sospensioni da parte della Wada (agenzia mondiale antidoping) che li ha accusati di aver omesso controlli, provveduto a manipolazioni, contribuendo a rendere meno credibile il mondo dello sport russo: ora sospeso per 4 anni da Olimpiadi e mondiali. Bene ieri l'annuncio, che nulla avrebbe di strano se non un perverso senso dell'umorismo: che sia involontario oppure no, è tutto da scoprire. Insomma la Rusada sospenderà i controlli antidoping fino al 6 aprile: «Per impedire il rischio di diffusione del contagio da Covid-19 che all'interno della federazione ha infettato 1036 persone». Anche in Russia, come altrove, tutto chiude: dai bar ai voli. Chiusi pure i confini per rallentare la diffusione del virus. Quindi niente di strano. Peccato, ci dice la storia, che i controlli antidoping della Russia abbiano avuto ben poco di ermetico nell'ultima decade. Non si è vista differenza fra l'esserci e il non esserci. Insomma gli sbadatoni non hanno vigilato, senza dimenticare falsificazioni, bugie, il favorire quel doping di Stato mai ammesso. La Rusada è stata pescata con le mani nella gigantesca boccia di marmellata e sono partite squalifiche che tuttora infangano il suo mondo sportivo. Quindi che oggi vengano a raccontare di aver sospeso i controlli mette il sorriso sulle labbra, in tempi così difficili. Lo avranno fatto davvero per regalare un sorriso? Forse, ma non li vedremmo così altruisti.
Quasi tutti i Paesi del mondo hanno sospeso i controlli-doping: era una delle tante preoccupazioni che spingevano al rinvio delle Olimpiadi. Detto e fatto senza troppi annunci. E allora perché la Russia lo ha verbalizzato con un pizzico di enfasi? Magari per evitarsi problemi, quando il Tas dovrà decidere sul ricorso avverso la squalifica di 4 anni che impedirà una presenza ufficiale ai Giochi e ai mondiali? Magari è una avveduta strategia per dire al prossimo intoppo da dopato-pescato: avevamo bloccato i controlli, non sia mai che qualcuno ne abbia approfittato.
Fra l'altro se è vero che una bugia ne tira dieci, non si vede perché risparmiarsi. Ultimamente la Russia dello sport, intesa nella sua dirigenza, è molto attiva nei comunicati: quasi voglia rifarsi la faccia. Ma rimodellare il bronzo è dura davvero.
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