Un sabato da fuochi d'artificio. Con le squadre romane arbitre dello scudetto, ma anche del proprio destino che in caso di lieto fine a maggio sarà sinonimo di Champions (Milan e Inter pemettendo). Di sicuro sarà il succoso antipasto di un weekend che, andando a braccetto con le elezioni, lascerà il segno sul Parlamento del calcio.
Sullo scranno più alto siede il Napoli di Sarri che viaggia a ritmi forsennati da 15 mesi e che - complice il rinvio di Juventus-Atalanta - ha scavato un piccolo solco tra sè e i bianconeri di Allegri. Che non nascondendo un certo disappunto e allargando le braccia, ha detto una verità inconfutabile: «Noi stiamo facendo una grande stagione, lo scorso anno avevamo già un discreto vantaggio in campionato, in questo stiamo assistendo al cammino eccezionale del Napoli».
L'assunto è quindi il seguente: la Juve, in un turnover quasi indolore (oggi mancherà Higuain, ma tornerà Dybala), tutto sommato è sempre la stessa, ma si trova per la prima volta dopo sei anni - ed è l'eccezionalità dell'attuale campionato - nel ruolo di inseguitrice e non di lepre. Il duello dovrebbe arrivare fino al traguardo, la stagione cerca dunque qualcuno che imprima una svolta decisiva per una o l'altra. Oggi ci proveranno Lazio e Roma a cambiare lo status quo: i biancocelesti devono recuperare energie psicofisiche dopo la maratona (perdente) di Coppa Italia con il Milan, i giallorossi arrivano pieni di inquietudini alla gara del San Paolo, dove gli azzurri hanno concesso qualcosa ai loro avversari.
Lo stadio Olimpico, che solo tre giorni fa ha celebrato il primo grande risultato del Milan gattusiano, apre le danze. La truppa di Inzaghi, da tempo accostato alla Juve del dopo Allegri («fa piacere, ma il mio collega è il top ed essere alla Lazio da quasi 20 anni è la cosa più bella che potesse capitarmi», così l'allenatore biancoceleste) ha già battuto i bianconeri due volte in stagione e in campionato scoppia di salute, come dimostrano i 64 gol realizzati - miglior attacco del torneo -, un terzo dei quali dal bomber della A Ciro Immobile. «Servirà la partita perfetta», il refrain di Inzaghi quando incontra la Juve dalla difesa meno battuta (15 reti subite come il Napoli) e l'ampia rosa sfruttata dal tecnico fino in fondo.
Difficile che l'esperienza possa far sentire pressione ai bianconeri, anche se il Napoli - che recupera Hamsik dopo l'influenza - non vuole fermare la sua marcia ora che il campionato è rimasto l'unico impegno stagionale. Sarri e Di Francesco predicano lo stesso calcio, ma dopo anni di lotta dietro la Juve ora gli azzurri vantano un clamoroso +19 in classifica.
«Basta cali di tensione - così l'allenatore della Roma che l'anno scorso con il Sassuolo ha ottenuto due pareggi con il Napoli e che proprio in Emilia avrebbe voluto portare Balotelli -. Io credo in un sistema di gioco, ascolto tutto e tutti, ma i calciatori faranno sempre quello che dico io, se non vedessi risposte me ne andrei».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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