U n sabato pieno. C 'è di tutto. L'Inter e l'Atalanta, la Lazio e il Napoli, Ibrahimovic, anzi il Milan e il Cagliari. Nell'attesa di quell'antico Roma-Juventus dei bei tempi che furono, a chiudere il giro. Strani scherzi, l'Inter è prima ma è fuori dalla Champions, l'Atalanta è distante punti nove ma si è qualificata storicamente agli ottavi. Gasperini viene a San Siro per fare quello che è riuscito a Sarri, battere cioè l'Inter sul terreno suo. Impresa ardua, considerato lo stato di salute fisica e psicologica della squadra capolista. Giocherà in contropiede, l'Atalanta? Ha ragione Conte, è facile parlare di calcio stando davanti alla tivvù. È vero che sarebbe impossibile stando accomodati dietro il televisore stesso ma è anche facile controbattere opinioni diverse dalle proprie con il ghigno supponente sul labbro o ricorrendo a frasi come «lui è un guru al quale dobbiamo dire zi badrone», pronunciate all'epoca bianconera, quando ancora si poteva utilizzare quella pronuncia finale senza ricorrere nella sollevazione antirazzista. L'Inter è una cosa seria, al di là delle paturnie di chi la gestisce, da Spalletti a Conte non c'è stato alcun salto di qualità dialettico e dialogico, dunque la squadra merita ampiamente il primato ma da oggi in poi dovrà lucidare la medaglia con due sole ossessioni. L'Europa league che per Conte è come avere un pezzo di vetro in gola e la sfida alla Juventus che, invece, lo carica a pallettoni. Gasperini idem come sopra, non basta giocare un gran football e segnare dieci gol a Milan e Parma, qui San Siro, qui la verità, altrimenti l'Atalanta resterà bella e simpatica. Si può scrivere lo stesso della Lazio contro il Napoli, poche chiacchiere, il momento magico va confortato con la vittoria a meno che non capitino scivoloni e papere agli uomini di Inzaghi come è accaduto ai ragazzi di Gattuso contro l'Inter. Si sussurra di nuovi malumori tra calciatori e presidente ma l'Olimpico non è il San Paolo e dunque non ci saranno fischi a prescindere. Ultimo Ibrahimovic sull'isola di Gigi Riva.
Il Cagliari si è improvvisamente smarrito, tre sconfitte consecutive, tocca al Milan ugualmente depresso, trovare il tesoro con il suo campione svedese. Non ci sono alternative. In caso contrario prevedo giorni critici per tutti, squadra e società.
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