Nel commentare la deblacle azzurra, con la mancata qualificazioni ai Mondiali in Russia, l'ex ct Arrigo Sacchi ai microfoni di Premium Sport osserva che "questa sconfitta non è arrivata improvvisamente, perché noi arriviamo da due Mondiali disastrosi". E se a dirlo è l'uomo che ha guidato gli azzurri alla finale di un Mondiale (1994), persa poi ai rigori con il Brasile, è quanto meno opportuno prestargli ascolto.
Quando gli chiedono se Ventura a suo avviso abbia mandato in campo l'undici migliore, Sacchi risponde in questo modo: "La formazione giusta è figlia di tante valutazioni e diciamo che se mancano tutte queste componenti rischi di essere anche sfortunato. Insigne? Non è un giocatore che risolve le situazioni nel calcio". L'ex ct ha poi sottolineato che "l'Italia ha un problema culturale: consideriamo individuale quello che invece è uno sport di squadra".
Quanto ai fischi rimediati da Ventura, l'ex allenatore del Milan e della Nazionale osserva che "sono figli del risultato, perché si giudica sempre quello, e non del lavoro: non si può mettere in discussione una lunga carriera che è stata di un buon livello. Certo, non un livello eccelso".
Ma arrivati a questo punto cosa si può fare per ripartire? Sacchi non indica una ricetta magica, ma mette tutti in guiardia: "In queste situazioni si cerca sempre il capro espiatorio: ci mettiamo a posto la coscienza allontanando il singolo. Ma non è mai il singolo a determinare i risultati".
Quando infine gli chiedono se Ancelotti possa essere il nuovo ct, l'ex ct risponde così: "È un grande, ma vogliamo aiutarlo? Allora dobbiamo fare molte cose diversamente da come le abbiamo fatte fino ad adesso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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