
Mezza Genova, quella blucerchiata, accende un cero a san Cellino, il protettore dei retrocessi, il patron che facendo sprofondare il Brescia è riuscito a resuscitare la Sampdoria al termine della stagione peggiore della propria storia. I genovesi, infatti, non si sono fatti pregare due volte davanti a questa occasione insperata e si sono riscattati portando a casa il playout salvezza, che ha invece condannato la Salernitana ed è finito secondo le migliori tradizioni del calcio italiano, con una partita sospesa per lanci di fumogeni e seggiolini da parte del pubblico della squadra sconfitta e l'arbitro che manda tutti negli spogliatoi anzitempo.
A dire il vero, la Samp deve accendere anche un cerino al Var, che ha messo in discesa anche la partita di ritorno a Salerno, annullando un gol al capitano amaranto Ferrari dopo 33 minuti per un fallo di mano impercettibile che, onestamente, solo i microscopi del laboratorio di Lissone sono stati in grado di vivisezionare. Una decisione che comunque ha dato morale ai doriani che praticamente sul capovolgimento di fronte hanno trovato il gol che, sommato al 2-0 dell'andata a Marassi, ha blindato la salvezza blucerchiata (arrotondata da Sibilli nella ripresa). Un gol di Coda, che ha di fatto condannato la ex squadra di questo vecchio bomber che proprio nove anni fa segnò i gol decisivi per la salvezza dei campani in un analogo playout.
Questa volta invece il colpo di Coda chiude una stagione amara per la Salernitana e invece incredibile per la Sampdoria, che riesce ad evitare l'umiliazione della sua prima stagione in serie C.
Alla fine è stata premiata la generosità di Chicco Evani, e del suo vice Lombardo, che si sono rimessi in gioco per salvare la loro vecchia squadra, dopo gli esoneri di Pirlo, Sottil e Semplici. Una Samp che ripartirà dalla B, ma che per non ritrovarsi in questa situazione, dovrà comunque cambiare molte cose.