Matteo Basile
nostro inviato a Genova
Una squadra gioca bene, è in salute e comodamente al sesto posto in classifica. L'altra arranca, è in fondo alla graduatoria e al centro delle contestazioni, con società e allenatore nel mirino. Una partita dal risultato già scritto, sulla carta. Eppure per novanta minuti tutto si appiana. Perché non è una partita. È il derby, è un'altra storia. Sulla carta, anche questo. Vuoi per superiorità tecnica, vuoi perché gioca con la mente sgombra ma è la Sampdoria a vincere la stracittadina. Un 2 a 0 che manda in paradiso i blucerchiati e getta nel baratro il Genoa. Juric ha i giorni contati, i rossoblù rischiano davvero la retrocessione. Non hanno demeritato ma là davanti fanno troppa fatica e la Samp ha potuto chiuderla senza troppe difficoltà. Ramirez nel primo tempo, Quagliarella nel secondo. E la classifica blucerchiata fa sognare i tifosi.
A maggior ragione dopo il derby, una partita speciale. Non è come le altre e mai lo sarà. Primo: la città non si blocca, di più. Tutta Genova trattiene il respiro per novanta, lunghissimi, minuti. Secondo: non è finita lì. Ma proprio per niente. Perché il derby dalle parti delle lanterna dura davvero tutto l'anno. È una rivalità unica, che si snoda attraverso le rispettive campagne acquisti, le partite, gli allenatori ma soprattutto loro, i tifosi, che in quei 90 minuti regalano uno spettacolo incredibile e unico ma che durante gli altri 363 giorni in cui non c'è il derby battagliano. Sempre. A colpi di parole, di sfottò, di prese in giro, di umorismo alla genovese. Di sguardi di superbia e superiorità o di dismesso imbarazzo. Dipende tutto da quei due giorni. Il resto è solo attesa, perché un altro derby arriverà. Il culmine, l'apoteosi. Ma solo se si vince, chiaro. Se si perde muti e testa bassa.
E basta poco per diventare l'eroe di una notte. Un episodio, un gol che ti rimane appiccicato per una vita addosso. È il minuto numero 23 quando Viviano rilancia con i piedi, Zapata spizza di testa e Ramirez resiste alla carica di Zukanovic, controlla il pallone e in precario equilibrio la tocca di fino per superare Perin in uscita. Ramirez non lo sa ma il suo primo gol in blucerchiato non sarà mai dimenticato dai tifosi e lui è già un idolo. Il Genoa, che in avvio aveva sfiorato il gol con Lapadula, non sbanda e prova a reagire ma dà sempre la sensazione di giocare con il freno tirato per la paura. La Samp gioca più serena e nella ripresa crea di più. Prima Quagliarella, poi Barreto vanno vicinissimi al raddoppio. Il Genoa ci prova, Rigoni di testa manda alto ma i rossoblù sbagliano tanto e il pubblico rumoreggia.
Ci prova il Genoa, non molla e si butta in avanti un po' disordinatamente ma con tanto cuore. Fino a quando la Samp non trova il modo di chiuderla: Zapata riceve da Torreira in aerea e la mette per Quagliarella che tutto solo fa 2 a 0. Lui un idolo lo era già.
E da questa sera Genova sarà ancor di più divisa a metà. I sampdoriani sfoggeranno un sorriso sardonico e beffardo. I genoani cammineranno a testa bassa. È il derby. E anche le sue conseguenze sono speciali. E non durano una notte sola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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