Qatar 2022

Sarà un finale Mondiale tutto in bianco e nero

Argentini e croati in campo senza calciatori di colore al contrario di Francia-Marocco in quasi "total black"

Sarà un finale Mondiale tutto in bianco e nero

Un gran finale in bianco e nero. Antropologicamente parlando, ovviamente, visto che il Mondiale più globalizzato di sempre, con tre continenti rappresentati in semifinale, si chiude con due sfide particolari dal punto di vista somatico: un derby bianco e un derby nero. Oggi Argentina-Croazia, due nazioni agli antipodi geografici, ma due tra le pochissime squadre che non hanno calciatori di colore tra i convocati. E d'altra parte è anche difficile che possano farlo, visto che i croati sono poco meno di quattro milioni e non hanno una grande immigrazione, mentre gli argentini, laggiù in fondo al Sud America, non hanno mai avuto schiavi africani, ma semmai qualche indio.

Gli argentini, con gli uruguayani, sono il popolo più europeo dell'America latina e, come li definiva Gianni Brera con un fantastico giro di parole, sono fondamentalmente degli italiani che parlano spagnolo e pensano di essere inglesi. Argentina-Croazia è dunque la semifinale più tradizionale, fatta da due nazionali di grande tecnica (gli ex jugoslavi sono sempre stati reputati i brasiliani d'Europa) ma anche di grande carattere. Quattro anni fa in Russia si incrociarono nel girone, vinsero nettamente Modric e compagni (3-0) e non si risparmiarono i colpi proibiti.

Quella tra Francia e Marocco invece è tutta un'altra storia, se vogliamo è la semifinale del nuovo mondo, dove i marocchini rappresentano per la prima volta l'Africa a questi livelli e i francesi continuano nella loro tradizione multiculturale che ormai fa sì che i neri, ormai nativi di seconda o di terza generazione, formino gran parte della Nazionale grazie al loro talento. Non solo Mbappé, ma da Tchouameni a Dembelé, da Koundé a Upamecano sono ormai tantissimi i nipotini di Marius Tresor che si vestono di bleu. E poi Varane, l'ultimo degli antillani, mentre a difendere la Francia autoctona restano Llorris e Rabiot, Griezmann e Giroud, più Theo Hernandez che comunque è mezzo spagnolo.

Marius Tresor, dicevamo, perché in principio era lui. Il libero del Marsiglia fu il primo proveniente dai Territori d'Oltremare a giocare in Nazionale. Era della Guadalupa, divenne il capitano ai Mondiali del '78. Negli anni Settanta per qualche stagione formò la guardia nera con Jean Pierre Adams, primo bleu nato in Africa, a Dakar, una coppia di centrali di colore, poi arrivò Janvion (altro antillano) e soprattutto Jean Tigana, maliano del Bordeaux, braccio destro di Platini nella Francia campione d'Europa. Ma l'esplosione arriva ai Mondiali vinti nel '98: Thuram e Desailly, Henry e Trezeguet, Karembeu e lo stesso Zidane, non nero ma comunque magrebino di origine. Proprio uno di quei magrebini che domani con la maglia del Marocco vorranno fare uno scherzo ai francesi.

Curiosamente persino più neri di loro.

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