Nel nome di Eddy Merckx, che avrebbe gradito, e anche parecchio. Tracciato nervoso, non durissimo, adatto soprattutto a corridori muniti di fondo, resistenza e scatto. È questa la prima analisi che s'impone scorrendo le tappe dell'edizione numero 106 della Grande Boucle, presentata ufficialmente ieri mattina a Parigi.
Nel segno del Cannibale perché l'edizione numero 106 che festeggerà il prossimo anno i cento anni della maglia gialla (il primo a vestirla nel 1919 fu Eugène Christophe, ndr) scatterà da Bruxelles, capitale belga, e ospiterà le prime due frazioni - una tappa in linea per velocisti e una cronosquadre -. L'omaggio a Eddy Merckx è per i 50 anni dalla sua prima vittoria alla Grande Boucle.
Sette tappe di pianura, sette di media montagna e cinque arrivi in salita, una cronosquadre di 27 chilometri e una sola crono individuale della stessa lunghezza, con partenza e arrivo a Pau. In totale i chilometri da percorrere dal 6 al 28 luglio saranno 3.460.
Con l'immenso campione belga, al Salone dei Congressi di Parigi dove si è svolta la cerimonia di presentazione, tra gli altri c'erano anche Geraint Thomas (il vincitore di quest'anno, ndr), Chris Froome, Mark Cavendish, Greg Van Avermaet, Primoz Roglic, Jualin Alaphilippe, oltre ai leggendari Miguel Indurain e Bernard Hinault.
Il primo snodo della corsa sarà la sesta tappa con l'arrivo a La Planche des Belles Filles su un traguardo ancora più impegnativo che in passato. Dopodiché l'attraversamento da nord-est a sud-ovest del Massiccio Centrale propone in sequenza frazioni vallonate e impegnative, caratterizzate da numerose salite brevi, ma dure. Per la cronaca, in totale il Tour prevede 30 GPM (più che in passato) ma meno ascese di Hors Categorie.
Dopo le prevedibili volate di Albi e Tolosa, si arriva ai Pirenei con due tappe impegnative in sequenza: la prima prevede l'arrivo ai 2115 metri del Tourmalet e la seconda quattro GPM (e 4700 metri di dislivello) da Limoux a Foix.
Dopo il secondo giorno di riposo, sarà il Gard a ospitare due tappe: prima la frazione pianeggiante di Nimes, poi la Pont du Gard a Gap che porta ai piedi delle Alpi. La Embrun-Valloire propone in sequenza Vars, Izoard e Galibier mentre il giorno seguente si affronta l'Iseran prima dell'arrivo in salita a Tignes. La penultima frazione, con partenza da Albertville, propone Cormet de Roselend e Cote de Longefoy prima dell'ascesa finale ai 2365 metri di Val Thorens.
Le novità? Christian Prudhomme, direttore della corsa francese, ha chiesto ufficialmente all'Uci di bandire almeno in corsa i misuratori di potenza. Su otto gran premi della montagna (cote de Muntigny; col de Chevreres; cote de la Jailliere; cote de Saint-Just; Hourquette d'Ancizan; Mur de Peguere; Galibier e Iseran, ndr), invece, saranno attribuiti abbuoni ai primi tre (10, 6, 4, ndr).
La chiusura, come da tradizione, ai Campi Elisi di Parigi domenica 28 luglio. Froome sorride, Tom Dumoulin un po' meno. Sogna la Francia con Bardet e Pinot, ma questo Tour può stuzzicare l'appetito anche di Vincenzo Nibali, che in ogni caso prima correrà il Giro.
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