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Sarri e Mauro sono ammutinati da oscar

Sarri e Mauro sono ammutinati da oscar

C i siamo. Nella notte degli oscar il vecchio film degli ammutinati del bounty ha riproposto nel calcio continentale un paio di scene non proprio sublimi. Si è passati dal rifiuto del portiere del Chelsea Kepa di obbedire al cambio deciso da Sarri alla scenetta di Firenze con Perisic che ha tentato di cancellare la dedica di Politano all'ex capitano Icardi. Sono entrambe lo specchio fedele di uno spogliatoio che ribolle come un vulcano in perfetta e plastica eruzione senza che ci sia una squadra di volontari a delimitare la zona degli incendi. A Londra sono le voci su Sarri a spiegare il comportamento del portiere ribelle, ad Appiano Gentile nessun contrasto personale può spiegare la spaccatura tra Icardi e il resto dell'Inter. Ad ascoltare i commenti di alcuni ex, come Beccalossi e Cassano, protagonisti di clamorosi e noti litigi (Evaristo contro Muller, Antonio contro Mazzarri e Stramaccioni), la questione si risolverebbe con una irruzione dentro lo stanzone di Appiano da parte di Icardi e un chiarimento pubblico. Il nodo è sempre lo stesso: a chi tocca fare la prima mossa? Chi deve governare queste scosse ondulatorie che rischiano di rovinare un anno di lavoro e investimenti provenienti dalla Cina? Wanda Nara, a Tiki Taka, ha aperto uno squarcio. «Mauro è stato trattato come un mostro» la sua espressione colorita prima di segnalare come un problema autentico quel gesto di Perisic che ha il senso di una dichiarazione di ostilità arbitraria. Il primo cui tocca il grave compito di riportare il controllo dell'Inter è Luciano Spalletti che, inviperito per quel non rigore fischiato alla fine, ha provato a dare del tifoso, la patente di inattendibilità quindi, a una trasmissione di Sky. Pensare di poter resistere, con il caso Icardi fino a giugno, è una pia e irresponsabile illusione. Poiché non tutti, come ha dimostrato il gesto di Politano, la pensano come Perisic e Brozovic, non tutti considerano l'ex capitano una sorta di nemico pubblico numero uno dell'Inter, è bene che la società faccia il suo. Lasciando in un cantuccio la questione contratto che non è all'ordine del giorno così come sarà bene che Icardi abbandoni l'idea di farsi operare al ginocchio. A ciascuno il suo, insomma.

Dimenticando quel film degli anni sessanta.

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