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Schumacher, 3 anni di silenzi e di speranze

Sergio Arcobelli

Tre anni di silenzio. Tre anni fa il tragico incidente sugli sci a Meribel, stazione alpina francese, che ha fermato Michael Schumacher.

Rinchiuso nella villa di famiglia a Gland, vicino Ginevra, dal 9 settembre 2014 l'ex pilota tedesco dimora in una stanza attrezzata per tenerlo in vita. Schumi non può parlare, ma riesce a commuoversi e a versare lacrime quando sente la voce della moglie, dei figli o i latrati dei suoi cani. È un buon segnale, significa che è lucido e reagisce agli stimoli esterni, ma una guarigione resta un miracolo.

È passato tanto, troppo tempo e poco o niente si sa sullo stato di salute del sette volte campione del mondo: a parte qualche testimonianza più o meno confusa di quei pochi intimi che l'hanno visto. Nessuno dice niente, nessuno vuole sbilanciarsi. Dal giorno dell'incidente la moglie Corinna e la portavoce Sabine Kehm hanno innalzato un muro protettivo: «La salute di Michael non è un fatto pubblico, continueremo a non dire nulla». Le ultime parole sono state quelle di Felix Damm, avvocato di famiglia, lo scorso 19 settembre: «Schumacher non può camminare e non può alzarsi nemmeno con l'aiuto degli specialisti che lo seguono». Per il resto, la novità è che dal novembre di quest'anno Michael Schumacher è anche su Twitter, un modo per tenere sempre viva la memoria del campione tedesco e un modo per «incoraggiare gli altri a non mollare mai». L'hashtag #KeepFightingMichael, tramite il quale i tifosi di tutto il mondo hanno voluto far arrivare alla famiglia i loro messaggi d'affetto, sta spopolando.

Ma la vita va avanti e nonostante il clima tetro, c'è la bella favola del figlio di Schumi, Mick, sempre più vicino a seguire le orme del padre. Dopo le 10 vittorie quest'anno tra F4 tedesca e italiana Schumi jr, infatti, parteciperà al prossimo campionato di Formula 3. «È un pilota e un ragazzo eccezionale» dicono di lui. Buon sangue non mente.

La speranza è che un giorno il padre possa vedere suo figlio alzare il braccio in segno di vittoria come solo lui è riuscito a fare per 91 volte in Formula 1.

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