Sciopero ultrà rientrato Resta l'inchiesta

di Tony Damascelli

La notte e il codice hanno portato consiglio. Gli scioperanti del tifo bianconero ci hanno ripensato e annunciano una notte, quella di martedì, piena di canti, parole affettuose per i calciatori juventini. Il manipolo ha emesso anche un comunicato, sa fare anche questo «il nostro meraviglioso pubblico» in ogni dove, che annuncia l'inversione di marcia. Ci sarebbe altro, in verità, e avrebbe a che fare con il coraggio da conigli dei suddetti, informati che certe loro azioni, certe scritte sui muri, certi striscioni offensivi nei confronti del presidente Agnelli, accusato di essere un verme e un bagarino, porteranno all'apertura di un fascicolo nei confronti non proprio di ignoti ma facilmente individuabili e smascherati, non perché sia finito il carnevale. Del resto è una storia vecchia, il popolo ultras dello stadio juventino è tra i peggiori del mondo tifo. Abituato alle brioches, dai risultati della squadra, e dai favori del club, non accetta il nuovo corso, strilla per il prezzo dei biglietti di ingresso dimenticando che, se vuoi Cristiano Ronaldo, devi poi presentarsi alla cassa. La chiusura su omaggi e sconti ha poi fatto crescere la rabbia nel canile.

I fischi e le critiche fanno parte del gioco, gli insulti no, ed è singolare che, non rientrando questi ultimi, nel protocollo razzista, vengano tollerati o trascurati dai benpensanti, a conferma che esistano offese di serie A e ingiurie di serie B. I ceffi dell'Allianz li conoscono tutti.

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