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Scommessa Inzaghi: "Non so che Inter sia, ce lo dirà solo il campo"

Da Lukaku ad Arnautovic. Il tecnico: "Avrei tenuto Romelu, spiace come se n'è andato"

Scommessa Inzaghi: "Non so che Inter sia, ce lo dirà solo il campo"

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L'obiettivo è diventato sogno. Un mese dopo, Inzaghi non si mette più in prima fila nella corsa allo scudetto. «Il campo dirà quel che siamo e il nostro valore: il grande sogno è vincere la seconda stella per i nostri tifosi». Sogno, appunto. Niente obblighi, per cortesia. L'Inter è incompleta. «Ci manca un difensore, Pavard è un obiettivo, ma non è il solo». La concorrenza è alta (Arsenal più dello United), l'affare oneroso (30 milioni) e complicato, ma la scelta del francese campione del mondo potrebbe anche essere di vita.

L'Inter è unaltra rispetto a giugno. Inzaghi non lo nasconde. «Sono andati via 10 giocatori, ne sono arrivati altri, diamo loro tempo di ambientarsi». Il rimpianto è Lukaku e il tecnico non lo nasconde. «L'anno scorso ho fatto di tutto per averlo e lo avrei rivoluto anche stavolta. Lui ha fatto scelte differenti». Stasera con capitan Lautaro gioca Thuram, zero gol in estate («parla un ottimo italiano, si adatterà velocemente»), il tripletista Arnautovic parte in panchina con Correa. Se il Tucu dovesse accettare un'offerta saudita (c'è tempo fino al 7 settembre) Marotta potrebbe richiamare Sanchez, liquidato un anno fa con buonuscita e adesso senza contratto. Sensi in gruppo, ma sempre in vendita: Inzaghi ha chiesto più chili e più centimetri per l'ultimo centrocampista.

L'Inzaghi III comincia contro il Monza, avversario spigoloso e difficile, che già nello scorso campionato ha causato più di un danno: pareggio e sconfitta, cioè 5 dei tanti punti persi in provincia e poi pesati nella corsa scudetto. «Siamo alla vigilia di una partita molto delicata e si parla poco o niente di un avversario che invece è in grado di mettere in difficoltà chiunque», avverte Inzaghi. Formazione scontata con De Vrij al posto di Acerbi e Sommer in porta. L'altro nuovo Frattesi, in panchina.

San Siro esaurito, anche se magari il 19 agosto non tutti i 40mila e più abbonati saranno regolarmente sul rispettivo seggiolino. Applausi certi e calorosi per l'ex D'Ambrosio, solo probabili e di sicuro un po' più tiepidi per Gagliardini. Non ci sarà Zhang, è a New York, mentre il gruppo Suning sembra senza pace, ma stavolta l'Inter non c'entra. L'ultima grana riguarda il fallimento pilotato di Evergrande, società in cui aveva pesantemente investito papà Zhang.

La vigilia del campionato doveva essere per molti l'occasione per l'annuncio del prolungamento del contratto di Inzaghi.

Attesa vana, ma non dovrebbero esserci intoppi e presto o tardi l'annuncio arriverà, anche perché il tecnico ha dimostrato sul campo di avere credibilità internazionale (vedi nomination Uefa) e il rischio per l'Inter è che qualcuno provi a portarglielo via. Dove lo trovi un allenatore che arriva a un passo dal vincere la Champions, riparte con una squadra più debole («il campo dirà qual è il nostro valore») e ha ancora voglia di sognare?

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