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Scommesse, da Fagioli al boss di Roma Nord

L'inchiesta punta sulla capitale. E domani Corona va in tv. Nelle chat dello juventino anche Bonucci

Scommesse, da Fagioli al boss di Roma Nord

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Tutto al momento ruota intorno a Nicolò Fagioli, il primo calciatore finito nella rete della polizia, probabilmente perché il più esposto di tutti, anche economicamente. Gli inquirenti sospettano che avesse accumulato un debito con gli allibratori clandestini di quasi un milione di euro. Una cifra importante anche per un calciatore, soprattutto perché i suoi guadagni sono lievitati solo con il rinnovo di contratto, al rientro a Torino dal prestito alla Cremonese (estate 2022).

L'inchiesta partita da un'indagine della DDA va oltre i calciatori, che ci sono finiti dentro per caso, meno forse di alcuni imprenditori romani, anche loro desiderosi di puntare grandi cifre in modo anonimo, magari semplicemente per riciclare denaro. Ed è proprio su Roma che si stanno intensificando le indagini, in particolare su Roma Nord, perché quella sarebbe la zona di residenza del boss delle scommesse.

Quello di Fagioli sarebbe un vizio di lunga data, di cui in molti nello spogliatoio bianconero sapevano: chi scommetteva con lui (di sicuro altri 2 giovani, stranieri) o anche chi solo ne ascoltava le confidenze. Nelle chat a tema scommesse con Fagioli, risulterebbe anche Bonucci, del quale però non sembrerebbe esistere prova di giocate. Resta che il regolamento federale prevede che chi viene a conoscenza di attività non consentite, tipo scommettere sul calcio, abbia l'obbligo di immediata denuncia. Per questo la Juventus ha dovuto fare un comunicato ufficiale, quando Fabrizio Corona l'ha accusata di avere coperto a lungo il suo tesserato.

Fagioli sta collaborando sia con la polizia sia con la procura federale. Ha fatto nomi e rivelato come e quando ha cominciato a giocare. Resta da capire se sia stato lui a coinvolgere i colleghi o se sia stato il vizio a farli incrociare. Di sicuro, nel telefono di Fagioli sono state trovate chat con Zaniolo e Tonali, con a tema la scivolosa materia. Molto importante sarà l'esame dei device sequestrati ai due azzurri.

Prima del deferimento di Chiné (previsto entra il 30 ottobre) arriverà dai legali di Fagioli la proposta di patteggiamento, perché vale il 50% di sconto sulla pena. Dopo, il taglio sarebbe solo del 30%. Non dovrebbero sfuggire al processo sportivo nemmeno Tonali e Zaniolo, che al momento restano però su posizioni molto differenti: l'ex milanista si fa raccontare pentito e pronto a pagare, l'ex romanista attraverso l'avvocato Tognozzi (intervenuto a Radio Sportiva) nega «categoricamente scommesse sul calcio, per cui non si aspetta alcun deferimento». La polizia pare però avere un'idea differente.

E l'inchiesta, poi, ben difficilmente si fermerà a questi nomi, e non solo perché l'ha già anticipato Corona, che promette rivelazioni scottanti per domani sera su Rai 3, giusto in coda a Inghilterra-Italia.

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