Ultim'ora
TikTok oscurato in America, il messaggio: "Per fortuna arriva Trump"
Ultim'ora
TikTok oscurato in America, il messaggio: "Per fortuna arriva Trump"

Se Icardi andasse al Diavolo. Ecco tutti i precedenti

Il primo a passare da Inter a Milan fu Meazza. Pirlo e Seedorf i traslochi più redditizi. E Ganz...

Se Icardi andasse al Diavolo. Ecco tutti i precedenti

Franco Ordine

Icardi non sarebbe né il primo e, probabilmente, nemmeno l'ultimo. Quel che a Torino o a Roma è riuscito raramente, a Milano ha lasciato fiorire una vera e propria letteratura. Nella preistoria calcistica cominciò Peppino Meazza (nella foto, oggi i 40 anni dalla sua morte) ad attraversare la città da una squadra all'altra, dall'Inter allora Ambrosiana al Milan, appesantito dai chili e da qualche acciacco, ma furono poi gli anni Duemila a rendere la cronaca quasi contemporanea ricca di affari clamorosi e di flop inattesi così da neutralizzare quella pratica di calcio-mercato per timore di altri infortuni divenuti argomento di sfottò tra tifosi e polemiche velenose per i dirigenti che ne furono protagonisti. Quelli del Milan, per una vita, hanno goduto come pazzi dinanzi ai successi collezionati (specie in Champions) dal Milan ancelottiano firmati da un paio di talentuosi esponenti come Andrea Pirlo e Clarence Seedorf provenienti dall'altra sponda calcistica. I due, arrivati uno in sordina, il bresciano, valutato anche 35 miliardi, l'altro, l'olandese, contestato addirittura in modo sfacciato il giorno del raduno (presero a tamburellare sulla carrozzeria della sua auto gridandogli «tornatene all'Inter»), sono passati da un fronte all'altro con uno scambio di figurine (rispettivamente Guglielminpietro e Coco) che resero ricchi e fortunati i rossoneri, criticati ferocemente e precari i neroazzurri.

Seguirono altri affari dello stesso tipo, dettati in quella stagione anche dall'esigenza di procurare reciproche plus-valenze ai due club appesantiti dalle perdite, che non lasciarono identica traccia: Simic-Umit, oppure Brocchi-Brncic o ancora più tardi Pazzini-Cassano, segnati da rese non precisamente fantasmagoriche.

Meno fortunato qualche altro viaggio da Appiano Gentile a Milanello: per esempio quello di Vieri, teso a guadagnare credito per la Nazionale e rimasto invece in disparte così da decidere, dopo qualche mese, di trasferirsi al Monaco. Molto meno deludente risultò il trasloco di Maurizio Ganz, el segna semper lù, secondo la definizione interista, che al Milan di Zaccheroni portò qualche gol utilissimo allo scudetto del '99 vinto poi a Perugia. Rimasto legato ai rossoneri, adesso Ganz è l'allenatore della squadra femminile. Dello stesso valore, gli scambi avvenuti sull'autostrada Mi-To tra Milan e Juve.

L'elenco parte da Salvadore-Mora, passa attraverso Benetti-Capello prima di diventare materia di dibattiti infiniti con Davids, definito «mela marcia» a Milanello ma utilissimo all'Ancelotti bianconero, con Baggio che incantò San Siro rossonero alzando al cielo con una bandierina la maglia dopo una delle tante magie. Toccò infine a Filippo Inzaghi scrivere le pagine esaltanti della sua carriera con il Milan conquistatore di coppe. Mai 40 miliardi (più C. Zenoni) furono spesi meglio per convincere Giraudo e Moggi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica