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Se Rossi finisce come Totti e Buffon

Promosso il 20enne Quartararo. Vale: «Deciderò il futuro entro 7 Gp»

Se Rossi finisce come Totti e Buffon

Era solo questione di tempo. Quello che Valentino vorrebbe fermare, quello che la Yamaha ha deciso di accelerare, quello che rischia, purtroppo, di rendere mesto l'addio del più grande e brillante e scintillante campione dell'era moderna del motociclismo. Campione che, unico, ha avuto il merito di sdoganare per sempre questo sport dai recinti degli appassionati. La Yamaha, dopo che martedì aveva rinnovato fiducia a Maverick Viñales, ieri ha promosso per il 2021 il talento ventenne Fabio Quartararo dal team satellite Petronas. Affiancherà Maverick, non Valentino, è il senso del comunicato pieno di elogi e parole apparentemente morbide che non riescono però a celare il peso delle trattative di queste settimane tra la Casa giapponese e il grande campione. Per allora, Vale dovrà aver deciso che cosa fare. È un ultimatum. «Rossi ci dirà entro sette-otto Gp se continuerà a correre nel 2021...» ha detto Yamaha; «è chiaro», ha risposto lui sempre tramite il team, «che il primo obiettivo sarà essere competitivo quest'anno e continuare anche nel 2021. Ma, prima, ho bisogno di alcune risposte che solo la pista e le prime gare possono darmi. Nel caso continuassi Yamaha è pronta a supportarmi sotto tutti gli aspetti, dandomi una moto e un contratto». Ovvero nel team satellite ma con moto ufficiale. Quella che ancora per quest'anno avrà Quartararo. Di fatto, Vale è sul ciglio della porta, Fabio è ormai dentro. E il 7 febbraio iniziano i test malesi.

Quarantuno anni a venti, il passato e il futuro, il bisogno di un marchio prestigioso di arginare Marquez, la Honda, la Ducati e la necessità di un campione di non sentirsi ex. Qualcosa che purtroppo avvicina Valentino al crepuscolo stonato di Totti retrocesso all'improvviso da capitano a riserva nella Roma di Spalletti, o al presente a luce fioca e intermittente di un altro quarantenne come Buffon, che va avanti, a volte si illumina e ci illumina, però il titolare è un altro. Spiace. Forse è questo che nell'egoismo dello sportivo cannibale passa sempre in secondo piano: l'amore dei propri tifosi. Amore che resta se alimentato dal rimpianto dopo il ritiro. Amore che si attenua se maltrattato dal proprio Fenomeno o capitano che piuttosto di lasciare preferisce vivere di lato.

Non più al centro.

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