nostro inviato a Milanello
Un pulcino diventato grande in fretta. Patrick Cutrone, venti anni, rossonero da quando ne aveva otto. Paolo Maldini la prima volta ne aveva due in più, per rendere l'idea. Sprofonda sulla sedia dopo l'allenamento e ha già il programma di avvicinamento alla Juventus: «Mi taglio la barba. E poi solo PlayStation». Niente calcio, ma Fortnite un gioco di sopravvivenza. Per uno che ha imparato in fretta a vivere in serie A, più che a sopravvivere.
E' la sua prima volta contro la Juve, esordio all'Allianz Stadium dove il Milan non ha mai vinto. Fa così paura quello stadio?
«Non ho timore. Mi hanno raccontato di quanto trascinano i tifosi bianconeri. Comunque penso che San Siro sia un'altra cosa. La Juventus è forte, ma nel calcio mai dire mai. Avremo poche occasioni. Dovremo sfruttarle».
L'ultima vittoria rossonera a Torino l'ha firmata proprio Gattuso nel 2011, che adesso l'allena. E la Juventus nel 2018 non ha ancora preso gol in campionato.
«Ce la metterò tutta per essere il primo a riuscire nell'impresa. E se ci riesco esulto con dieci giri di campo».
I bianconeri li ha già sfidati?
«In un torneo: venne espulso il nostro portiere e in porta ci andai io. E alla Juve ho già segnato nelle giovanili».
Sarà anche la partita del ritorno a Torino di Bonucci.
«Leo è tranquillo. E' il nostro capitano e ci deve trasmettere serenità».
Vincere a Torino cosa significherebbe?
«Sarebbero tre punti d'oro nella corsa Champions. Ci crediamo».
E poi il derby che vale la grande Europa. Lei ha già deciso quello di coppa Italia...
«Pensiamo a una partita alla volta. Il gol all'Inter nei quarti di coppa Italia, insieme a quello alla Roma, li ho scolpiti nella memoria».
Quando giocava con i suoi amici, sceglievate il nome di un campione: chi era il suo prescelto?
«Filippo Inzaghi. Guardavo i suoi video. Poi se facevo un numero diventavo Cristiano Ronaldo».
A proposito di attaccanti, Higuain all'andata l'ha visto dalla panchina segnare due gol...
«Mi impressiona la sua tranquillità in area».
Di fronte ci sarà quel Buffon con il quale ha condiviso l'emozione dell'esordio in Nazionale. L'ha studiato?
«Certo. E in allenamento gli ho fatto anche qualche gol».
Chi è Cutrone?
«Uno che fin da bambino ha fatto tanti sacrifici insieme ai propri genitori. Subito dopo la scuola salivo sul pulmino per gli allenamenti e tornavo a casa alle otto di sera».
E' diventato Cutrone grazie a chi?
«Luigi Rampoldi che mi ha portato al Milan. Poi i mister. Hanno sempre creduto in me. Magari non con le parole, ma con i fatti».
Gattuso l'ha citata ad esempio: Voglio dei tarantolati come Cutrone. A chi deve questo spirito?
«Dopo una delle mie prime partite, papà mi disse: Bravo, ma manca qualcosa... Devi essere più grintoso. E io l'ho ascoltato».
Ha anche il numero di maglia dedicato al papà.
«Sì, il 63 è il suo anno di nascita. E sommato fa il numero nove...».
Ha l'aria del bravo ragazzo. Si è tatuato la sua famiglia sul braccio e l'estate scorsa, a differenza di Donnarumma, si è diplomato.
«Con i tatuaggi ho finito. Per quanto riguarda la scuola, mio papà è stato intransigente. Comunque era anche un mio obiettivo importante finire il liceo scientifico».
Pensa all'università?
«Per ora no».
In pochi mesi ha conquistato il Milan. E' diventato grande in fretta.
«Io sono ancora un bambino. Ho sempre creduto nei sogni. Fin da quando giocavo all'oratorio volevo arrivare a questo punto».
Tra i sogni realizzati c'è la Nazionale.
«E' un punto di partenza. Certo ci sono tante difficoltà».
Mancano i gol. Al nuovo ct chi sponsorizzerebbe?
«Direi un certo Cutrone...».
Intanto c'è un rinnovo del contratto in arrivo. Tra i sogni c'è quello di restare per sempre al Milan?
«Essere rossonero a vita sarebbe bellissimo. E' un onore giocarci».
Da Montella a Gattuso, entrambi hanno creduto in lei. Come si è presentato Rino nello spogliatoio?
«Li ringrazierò sempre. Gattuso è entrato e ci ha detto che era ora di tirare fuori i cosiddetti...».
Tra i tanti consigli di Gattuso c'è anche quello di trovare una fidanzata...
«Se arriva bene, ma devo stare attento. Mi deve scegliere per quello che sono e non per quello che faccio».
Invece tra gli obiettivi sul campo che cosa sceglie tra coppa Italia e qualificazione Champions?
«Tutti e due».
Cutrone, il bravo ragazzo che vuole tutto.
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