Due giornate a Garcia, una ad Allegri, quattro a Perotti, una a Holebas, 3 a Botta, altre varie squalifiche, Ferrero scambia un indonesiano per un filippino presidente e si incerotta la bocca autofotografandosi, Preziosi ritiene l'arbitro coinvolto nelle mafie romane, Ghirardi non paga le tasse, De Laurentiis ordina ai suoi di boicottare premiazioni e onori, Della Valle da' dell'imbecille a Elkann, Lotito è "rusticus et inhumanus" con Marotta, Zamparini dice quello che vuole contro chiunque. Chi usa la lingua, chi le mani, chi un solo dito, possibilmente il medio. Chiamasi serie A dove la prima lettera dell'alfabeto sta per Arrogante cui seguono, in ordine, Bifolco e Cafone fino alle ultime Villano e Zotico.
Non c'è partita nella quale il saloon nostrano non offra i suoi attori screanzati. Passi per i calciatori, alcuni vittime della trance agonistica, ma che dobbiamo pensare della turba di cui sopra e dei due allenatori che stanno in testa alla corsa scudetto eppure vanno fuori giri? Allegri e Garcia, sono loro i protagonisti dell'ultima cronaca, continua la guerra tra Juventus e Roma. Il francese, che a Marassi ha strattonato uno steward, è stato nominato come miglior allenatore del Paese suo, lo merita per quello che seppe fare a Lille e sta facendo con la Roma. Non della stessa qualità pensieri e parole che dal sen gli sfuggono, su France Football ha ribadito che la Juventus è prima grazie ai tre gol "irregolari" segnati alla Roma. Forse un giorno, come era accaduto a Capello, traslocherà a Torino e forse cambierà opinioni.
Allegri che diceva cose di fuoco sul potere juventino ai tempi del gol di Muntari, oggi alla Juventus, pur essendo in testa alla classifica, protesta ancora e insulta arbitro e assistenti. Ma se questi due signori perdono la testa che dovrebbero fare gli ultimi, un Di Carlo, uno Zeman o un Donadoni? Aggredire gli arbitri? Prendere a pugni il quarto uomo? E' un mondo di finti fenomeni, strapagati per un lavoro di tre ore quotidiane, roba da vergognarsi nelle rimanenti ventuno. Ma no, alzano la cresta, insinuano ma non denunciano, si agitano, scrivono su un taccuino parole e pensieri sin dal primo minuto. Del resto il modello è Mourinho, sicuramente il più bravo di tutti, carta e campo parlano, ma anche il più zitellesco di tutti, odioso con volontà di essere tale, provocatore ma comunque vincente. Il contrario di Carlo Ancelotti che vince tutto quello che c'è da vincere in qualunque parte si presenti ad allenare e come massimo di rabbia solleva il sopracciglio sinistro.
Ma Garcia e Allegri, come i presidenti citati, appartengono a un'altra tribù, a quella maleducata, degli ultimi arrivati che tuttavia si considerano primi per numeri di classifica e conto corrente. Vestono con eleganza, si concedono autoscatti con pupa al seguito, twittano.
Ma la maleducazione regna sovrana, soprattutto nei quartieri alti, nella nobiltà del football che parla di riforme, di cambiamenti, di fair play e di ranking. Un popolo degno di Groucho Marx: «Sono stato invitato nei migliori salotti. Una volta sola».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.