Fuori da tutto, il Milan è rimasto anche senza un futuro certo. La rifondazione, invocata da critica e tifosi, non sarà facile né immediata: questa volta l'attraversamento del deserto (il ritorno al successo insomma oltre che in Champions league) sarà un'impresa epica. Il primo segnale è arrivato dentro le viscere del Calderon, col summit coordinato da Galliani dopo il colloquio telefonico con Silvio Berlusconi. «Non è vero che snobbiamo l'Europa league, adesso la squadra deve fissare come obiettivo arrivare tra i primi sei» la missione pubblica affidata allo stesso Seedorf inchiodato finalmente alle sue responsabilità. «È un avviso ai naviganti» ha ripetuto Galliani senza più aperture di credito per tecnico e giocatori. Ci sono da recuperare 8 punti in 11 partite: un'altra montagna da scalare con una squadra che ha perso fede, speranze oltre che condizione fisica e auto-stima. Il secondo segnale è arrivato da Barbara Berlusconi, rientrata nella notte da Madrid, e pronta alle 10 di mattino a presentarsi in ufficio per lavorare a progetti che riguardano «i prossimi 3 e 6 anni» frase da cui si capisce che all'orizzonte non c'è alcun progetto di cessione del club. «Adesso s'invoca lo sfascio ma questo è il Milan che soltanto alcuni mesi fa è arrivato terzo, quell'altro con Ibra e Thiago si è classificato una volta primo e una volta secondo: nel calcio di oggi mandare a casa una squadra è impossibile» la risposta di Galliani a chi ipotizza un repulisti durante il prossimo mercato.
SEEDORF SOTTO ESAME
Sulla graticola è finito anche Clarence Seedorf, il professore voluto da Silvio Berlusconi alla guida del club dopo l'esonero di Allegri. Il presidente ha mal sopportato la sconfitta di Udine, ha duramente criticato la figuraccia di Madrid: da qui a riconoscere d'aver sbagliato candidato, il passo non è breve ma nemmeno lunghissimo. Anche Capello, pieno di medaglie al petto, venne liquidato al ritorno da Madrid. «Seedorf è una scelta del presidente, dovete chiedere al presidente» la risposta di Galliani, mai sentito così triste e sconsolato, trattenuto persino negli sfoghi "para amigos", nonostante la serie di trionfi alle spalle e qualche ruzzolone pesante. Sotto accusa, i criteri di conduzione e talune scelte: 1) far giocare Essien preparato con sole 3 partite intere disputate in due mesi dopo una lunga inattività; 2) lasciare fuori De Sciglio, titolare della Nazionale e squalificato contro il Parma; 3) le riunioni separate per reparto; 4) concentrarsi in settimana sul gruppo dei titolari; 5) gli orari (al pomeriggio) degli allenamenti e i programmi delle trasferte (rientrati ieri pomeriggio inoltrato da Madrid, tra Lazio e Fiorentina resteranno a Roma) che somigliano più a gite scolastiche. Il deficit fisico attribuito alla gestione Allegri è diventato un alibi: in due mesi la tenuta di una squadra può essere sensibilmente corretta, qui invece è peggiorata. E le voci di allenamenti imperniati sui giochi e poco sulla fatica autentica sono sempre più insistenti. Fin qui Clarence, per il futuro, ha chiesto solo nuovi benefit (casa e auto, negati dalla coppia Galliani-Barbara) e nuovi collaboratori (Stam e Crespo).
BALOTELLI CONTESTATO
Al ritorno da Madrid, i pochi tifosi alla Malpensa lo hanno contestato in modo polemico. «Tornatene all'Inter» l'espressione più carina. Ma non è stata l'unica spia di un allarme inquietante perché la rivolta polemica nei suoi confronti (a causa dei gesti di disapprovazione riservati ai propri sodali in campo) è maturata anche dentro le mura dello spogliatoio spagnolo. Le fonti ufficiali hanno smentito lo scenario da regolamento di conti ma di sicuro a molti esponenti del gruppo non è piaciuta la gestione imposta da parte di Seedorf («chissenefrega se Mario gioca a ping pong!») del ragazzo scapestrato. È vero anche Ibra era irriverente verso alcuni: Antonini, per esempio, il bersaglio preferito, ma poi lo svedese si faceva perdonare con una valanga di gol segnati.
MERCATO COL SACRIFICIO
Tutti i possibili rinnovi sono tornati in discussione, compresi i riscatti dati per scontati (Rami e Taarabt).
Per finanziare un robusto potenziamento (Alex, difensore del Psg?) ci sarà bisogno di un sacrificio. Con Balotelli depotenziato dalle attuali perfomance, l'unico gioiellino a disposizione è De Sciglio. Attesa sempre una risposta da Sogliano, ora ds del Verona.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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