Il day after l'infortunio di Marta Bassino out per 4-6 mesi e quindi per l'intera stagione - coincide con la vigilia della prima gara domani a Soelden. Il primo pensiero di Sofia Goggia è una foto con un abbraccio: "A Cortina 2021, fra covid e stampelle sei stata tu a consolarmi. Ora ti ricambio quel gesto e ti aspetto". La stagione rosa dello sci comincia con un peso nell'animo per tutta la valanga rosa.
Senza Bassino, senza Brignone, pesa essere capo squadra?
"Tutti mi parlano di pressione, è vero. In attesa, però di rivedere almeno Fede in pista per dividerci i pesi, lei ci ha insegnato come mantenere il focus su ogni gara, affrontandone una alla volta dando il 100%".
Business as usual oppure, anche dopo anni ai vertici, c'è emozione alla vigilia di un nuovo anno?
"Faccio il lavoro che mi piace, continuo a sognare anche da maggiorenne: sono nel circuito da 18 inverni. Vorrei che tutti parlassimo di orgoglio e gioia per questo 2026 che ci darà la possibilità di gareggiare in casa per le Olimpiadi".
Si sente favorita per la velocità? Mancheranno anche Shiffrin, Venier
"Con la Gut e la Vonn e tutte le altre non solo americane e austriache, parto felice di aver avuto una buona primavera con tanti test materiali e una buona preparazione estiva, senza intoppi".
Coppona o Giochi, progetto gigante o solo rapid gates?
"Tutto e niente: si vede di volta in volta, servono tre discipline, fra cui, per me, un rendimento solido in gigante. Però giusto sognare".
Qual è la magia di Cortina?
"Come una poesia a due strofe: come in ogni gara, ma soprattutto a Cortina, c'è il boato del pubblico che mi avvolge e mi carica. Ma prima di tutto, c'è quella seggiovia all'alba, il sole che sorge e accarezza le Tofane, il mio posto, in silenzio, in mezzo alla grandezza della natura e del creato: sono sensazioni che mi fanno sentire la fortuna di fare questo lavoro a prescindere da che cosa ci sia in palio dopo il traguardo".
Coppa e Giochi nel 2026, oro mondiale nel 2027: quanta voglia ha ancora di sciare?
"Enorme, per almeno una stagione ancora oltre ai Giochi".
Entro il 2027 nel palmares ci sarà la laurea?
"Lo spero: mi manca un esame in Scienze politiche, alla Luiss di Roma".
Titolo della tesi?
"Soft power e propaganda nei Giochi olimpici dall'antica Grecia ad oggi".
Il suo non è mai stato un soft power: lei è energia, forza, coraggio
"Sono maturata, cresciuta. Affronto le cose in modo diverso. Ora mi sento anche più libera di accettarmi e piacermi come sono. Lo dicono anche i miei genitori".
A chi somiglia di più oggi che è più saggia?
"Credo di essere un mix: mio padre ingegnere, ora in pensione, ma anche estroso pittore. Mamma insegnante, pacata, riflessiva".
La scorsa estate vi ha portato anche morte e dolore: dopo le tragedie di Lorenzi e Franzoso, che cosa si può fare per la sicurezza?
"La morte di Matteo (Franzoso ndc) è stata terribile, ingiusta. Se in gara c'è una super organizzazione, in allenamento le piste vengono allestite dagli allenatori: vanno supportati in questo compito. Il nostro lavoro è sciare, ma sono certa che le aziende, quanto ad attrezzatura, sapranno utilizzare al meglio la tecnologia, così come è stato con l'air bag di Dainese. Chiaro che se ci sono regole per l'utilizzo non vi possano più essere deroghe facili".
Molti ex atleti si sono dedicati proprio a questo, dai caschi di Ligety, agli sci di Hirscher, alle linee di abbigliamento: può essere un'idea anche per la sua seconda
manche di carriera?"No, non credo. Può essere stimolante, ma non fa per me. Non so nemmeno se resterò nel mondo dello sci. O meglio: lo sci sarà sempre la mia vita, ma mi piacerebbe fare anche altro nella vita".