Serve l'impresa ma il Milan scopre il mal di gol

Balotelli, Pazzini, Kakà a secco da tempo e bisogna fare due reti per eliminare l'Atletico

Serve l'impresa ma il Milan scopre il mal di gol

Forse può essere una riflessione banale (è diventato l'aggettivo più in voga dalle parti di Milanello) ma il Milan comincia ad aggiungere ai suoi storici limiti anche un inquietante difetto. In campionato o in Champions, la tendenza è la stessa: ha il mal di gol, l'ultimo Milan di Clarence Seedorf, più o meno come quello di Allegri prima del sostanzioso mercato di gennaio. E non soltanto perché nelle più recenti esibizioni ha poche volte centrato il bersaglio. È vero, già con l'Atletico, e poi al cospetto della corazzata juventina, il Milan è stato tradito da una mira discutibile, frenato da qualche prodezza del portiere rivale e respinto da un palo e una traversa di troppo ma i numeri, nel calcio, sono ostinati e non possono essere liquidati come occasionali. Così ecco spuntare quest'altro buco nero in una stagione già disgraziatissima: pochi i gol all'attivo dell'attacco rossonero che ha Balotelli in prima fila con 10 squilli di tromba. Nella classifica generale il Milan è alla pari col Toro (39 reti), dietro il Parma oltre che Verona, Inter e Fiorentina, per trascurare il distacco enorme rispetto alle prime tre sorelle del torneo che vantano una produzione industriale (63 gol quelli collezionati da Conte). A moltiplicare la preoccupazione dei milanisti in vista del viaggio a Madrid dove, ricordiamolo, per superare il turno sono indispensabili almeno due gol di scarto, sono i ritardi degli specialisti. Eccone una veloce ricostruzione: Balotelli ha firmato l'ultimo gol col Bologna, inventandolo da 30 metri; Pazzini è fermo alla zampata di Cagliari, Kakà al sigillo numero 100 con l'Atalanta, per tacere di Honda che debuttò contro lo Spezia, in coppia Italia, con un golletto e da quel giorno si son perse le tracce. Nella più recente striscia milanista, la regola è la difficoltà a fare gol, l'eccezione invece la facilità di passo tradita a Genova con la Samp, grazie all'artiglio di Taarabt che è l'elemento più vivo di tutto il gruppo di attaccanti e trequartisti a disposizione dell'olandese e il colpo di testa di Rami, attivo anche contro il Toro per rimediare alle altrui difficoltà. È vero. A Madrid Seedorf può recuperare le preziose energie di molti esponenti rimasti ai bordi del viaggio a Udine, con il dichiarato intento di fare il pieno di vitamine. Kakà è il primo della lista, seguito da Balotelli, recuperato per l'acciacco alla spalla e destinato a ritornare al centro dell'attacco, assistito da Poli, Essien e De Jong che possono attribuire sostanza al centrocampo e incursioni al gioco offensivo. Anche in difesa sono previsti dei recuperi indispensabili: Rami e Bonera, pensate un po', sono diventati una garanzia rispetto alle condizioni attuali di Zapata e Mexes. Chi per un verso (il colombiano rientrato dall'infortunio), chi per un altro (il francese macchinoso e sciatto) hanno reso la vita di Abbiati più che spericolata e la contabilità di Seedorf (in 10 partite 5 sconfitte) decisamente negativa. Per Madrid è rimasto fuori dai convocati solo Montolivo, squalificato: tutti gli altri (22 il numero) sono arruolati per una sfida che può rappresentare questa volta, piaccia o non piaccia, un esame di laurea anche per il nuovo condottiero di Milanello.

Con una raccomandazione speciale per l'arbitro della sfida, l'inglese Clattenburg, mai arbitrato il Milan in Europa. L'Atletico, dixit Ancelotti, ha fama di maltrattare in campo i suoi ospiti. Toccherà a Seedorf istruire i suoi, in particolare Balotelli, toccherà al fischietto inglese aprire gli occhi.

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