Su Trigoria, mentre Olsen e Manolas si allenano con il resto del gruppo per cercare di essere in campo stasera contro il Real (dovrebbero farcela), incombono nubi grigie. Non è solo una questione atmosferica, ma è la situazione creatasi attorno a Eusebio Di Francesco. La cui panchina torna in bilico dopo essere traballata due mesi fa; sbagliare le gare con Real e Inter potrebbe essere decisivo, anche se Pallotta e Monchi sembrano ancora - a parole - dalla parte del tecnico.
Il tecnico parla di assenza di determinazione e di voglia di vincere partite con maggiore cattiveria («cose che non si comprano al supermercato»), la ferita di Udine ha lasciato il segno. L'unico modo per rialzarsi è giocare una grande partita contro i campioni d'Europa, a loro volta in un periodo di grande difficoltà. «In campo ci saranno due squadre malate, sarà una gara alla pari», sottolinea giustamente Di Francesco. Il cui futuro incerto e nebuloso è simile a quello del collega Solari, che ha raccolto in corsa l'eredità di Lopetegui, durato appena qualche mese come successore di Zidane che tanto aveva vinto con i blancos. Un buon inizio per l'argentino, ma dopo quattro vittorie di fila e il rinnovo del contratto è arrivato il fragoroso rovescio in casa dell'Eibar. Così il Real è già distanziato di cinque punti dal Barcellona (cinque come i gol incassati nella sfida diretta costata il posto all'ex ct della Spagna) mentre la Roma è stata doppiata dalla Juve ed è a -4 dalla Lazio quarta in classifica nonostante la vittoria ottenuta nell'ultimo derby.
Dunque, in una stagione nera nei propri campionati, a entrambe non resta che trovare gloria in Champions. Il Real paga il dopo Ronaldo: fisiologico il periodo di difficoltà quando si perde un fuoriclasse di questo tipo, si fatica a trovare nuovi leader (Marcelo e Isco i predestinati ma con qualche problema fisico di troppo) e se manca anche un uomo che dà equilibrio a centrocampo, il Casemiro assente illustre all'Olimpico. Pure essendo presenti in rosa due candidati al Pallone d'Oro, Varane e Modric. In casa Roma, invece, c'è un problema tattico (squadra ancora senza una vera identità dopo l'addio di tre pezzi da novanta), un turnover persino eccessivo alla ricerca del giusto mix di giocatori e il mancato apporto dei nuovi. Ieri poi la tegola Dzeko, che ha accusato un fastidio muscolare nella parte finale dell'allenamento e che è a rischio per il Real. Stasera, in uno stadio esaurito e 5 milioni di euro di incasso, basta un punto ai giallorossi per prendersi gli ottavi. E l'X può star bene anche al Real forte del 3-0 dell'andata nella corsa al primato nel girone, fondamentale per il successivo sorteggio. Kolarov pretende la vittoria, ritiene l'Olimpico l'arma in più, ma gli scivola l'acceleratore sui tifosi: «Non capiscono niente di calcio, devono solo tifare».
A Trigoria sognano una notte da grandi, come fu con il Barcellona ad aprile.
Stesso arbitro (il francese Turpin), il recupero in extremis di Manolas (suo il gol qualificazione), forse anche il modulo vincente con il rispolvero del 3-4-2-1 con Schick davanti e la 18ª formazione in altrettante gare stagionali (mancherà Lorenzo Pellegrini, uno degli elementi più in forma). Oggi l'ingresso ufficiale di Francesco Totti nella Hall of Fame romanista alla presenza di Falcao, Conti e Cerezo. Riuscirà la Roma a celebrare al meglio il suo ex capitano?
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