Svizzera da quarti, anti-immigrati zittiti

Da sessant'anni non va oltre gli ottavi: ora ci crede

Tredici su 23. Oltre la metà dei giocatori presenti al Mondiale della Svizzera non hanno origini del tutto elvetiche. Il trionfo della multi-etnia e della multi-culturalità, per una delle Nazionali che in Brasile può sorprendere. Non a caso è guidata da un guru del calcio internazionale come il tedesco Ottmar Hitzfeld, non a caso arriva al Mondiale come testa di serie e ha esordito positivamente battendo l'Ecuador 2-1 all'ultimo secondo. Un gruppo unito e compatto, nonostante le differenze culturali e i diversi percorsi formativi. Un gruppo che non si è fatto minimamente destabilizzare dal referendum anti-immigrazione proposto da diversi blog svizzeri e dal quotidiano tedesco Die Welt poco prima dell'inizio della rassegna iridata. Anzi, lo stesso Hitzfeld ha scelto come capitano il centrocampista del Napoli Gökhan Inler, che ha chiare parentele turche.
Cinque kosovari, 2 bosniaci Nelle selezione elvetica c'è il folto nucleo kosovaro-albanese, composto dai giocatori del Napoli Valon Behrami e Blerim Dzemaili, dalle stelline Xherdan Shaqiri e Granit Xhaka e dal goleador Admir Mehmedi. Poi c'è chi ha origini bosniache, come il man of the match della prima partita Haris Seferovic, e come l'attaccante dello Zurigo Mario Gavranovi?
Un naturalizzato e un «italiano» Tanti sono figli di immigrati, giunti in Svizzera per ricostruirsi una vita, come Philippe Sylvain Senderos che ha madre serba e padre spagnolo o Ricardo Rodríguez, che è nato a Zurigo da padre spagnolo e madre cilena. Tranquillo Barnetta, invece, ha entrambi i genitori che hanno origini italiane, più precisamente di Prato. E poi anche due africani, Gelson Fernandes, che è nato a Praia, la capitale e città più importante di Capo Verde, e Johan Djourou, difensore ivoriano naturalizzato svizzero.
Francia e Honduras, i quarti il sogno Nell'undici titolare contro l'Ecuador c'erano però anche svizzeri «puri»: Benaglio, Lichtsteiner, Von Bergen, Drmic, Stocker.

Tutta gente pronta a seguire il suo condottiero tedesco, lottando insieme ai compagni per quel sogno che alla Svizzera manca da ben 60 anni: i quarti di finale ottenuti l'ultima volta nel 1954. Prima scontro diretto per il primo posto nel girone E con la Francia, poi la sfida all'Honduras. Se si indossa la stessa maglia, l'unione fa la forza, a prescindere dal Paese d'origine.

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