La luna più bella e più vicina Romeo Sacchetti ha potuto contemplarla dal Sacro monte varesino nella sua settimana indimenticabile: prima ha vinto con Cremona la sua terza coppa Italia in carriera, poi a Varese ha completato il lavoro part time con la Nazionale di basket portandola al mondiale dopo 13 anni.
Due bei lavori fatti da questo colosso che si porta sempre dietro il segreto del passato, lui nato nel campo profughi di Altamura, campione sul campo, allenatore vincente pur nei tormenti di una carriera iniziata in B1 a Torino, con la promozione di Asti in C1 nel 1998, arrivato al triplete con Sassari nel 2015, esonerato a Bergamo, Fabriano e Udine dove avevano la vista corta e, nel 2015, persino in Sardegna dove aveva fatto i suoi capolavori. Fantasioso, empatico questo colosso nato sotto il segno del leone, ha ricominciato da Brindisi, ma, fortunatamente, lo ha ingaggiato Cremona nel 2017, prendendo una squadra retrocessa in A2 che poi fu ripescata per il fallimento di Caserta: play off e caduta nei quarti, e ora una storica coppa Italia.
La sua settimana d'oro gli ha portato anche l'incenso e la mirra dei rinnovi del contratto: starà a Cremona fino al 2022 e ieri Gianni Petrucci lo ha riconfermato come allenatore della Nazionale almeno fino al 2021. Se lo merita. Siamo davvero felici per lui e anche per il nostro basket che ogni tanto sa riconoscere le qualità dei suoi generali, dimostrando che si può far bene anche lavorando nel club, a Cremona il signor Vanoli è felicissimo di aver stretto la mano al suo campione. Ora la stessa cosa è avvenuta con il presidente della federbasket che nella notte della festa varesina, quella dove l'Ungheria è stata davvero imbarazzante, pensando alla sua storia, aveva già in tasca il nuovo contratto con Romeo Sacchetti, nato da famiglia bellunese, i Sachet, che erano emigrati in Romania per lavorare la pietra con arte.
Ieri Azzurra Fremebonda, con in tasca la qualificazione al mondiale, 13 anni di vero digiuno, anche di più se consideriamo che la Nazionale del 2006, poi arrivata nona in Giappone, fu ripescata perché non era qualificata, si è riposata sul porto lituano di Klaipeda dove domani chiuderà, con una amichevole contro la Lituania prima del girone, il viaggio verso la Cina. Finalmente un porto di quiete per questo allenatore che a Varese hanno eletto cittadino onorario, sul campo fece cose bellissime fino alla rottura di un ginocchio, che nella notte della festa si è preso il gavettone dai suoi ragazzi molti dei quali dovrà lasciare a casa quando dovrà inserire gli assenti nelle finestre del torneo di qualificazione. Conoscendolo non regalerà niente a nessuno. Se vorranno esserci dovranno dimostrare che ci tengono davvero e non si presenteranno soltanto per avere più visibilità o sponsorizzazioni. Nel viaggio ha litigato con i dioscuri della Nba, soprattutto Gallinari, ma lui ha tirato dritto.
Sceglierà chi ama davvero questa maglia azzurra, pur sapendo che non siamo fortissimi, che abbiamo bisogno del Gallo, di Belinelli, di Datome e Melli e anche Hackett, tutti bravissimi, ma nessuno per quel ruolo di centro che ci manca davvero. Buona fortuna Meo. La merita.
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