nostro inviato ad Appiano Gentile
Al centro Moratti tutto bene. Diego Milito è nei 21, ci sono anche Cambiasso e Stankovic, il modulo non c'entra, conta l'atteggiamento, Schelotto a Siena non è andato benissimo ma non è direttamente collegato alla sconfitta, i numeri parlano per Kovacic, Samuel manca molto, su Cambiasso scritte assurdità, Kuzmanovic le cose migliori le fa vicino alla difesa, la lotta per il terzo posto si è affollata ma Milan o Fiorentina non cambia niente, il momento è importantissimo. Compendio ridotto all'osso della conferenza di Andrea Stramaccioni alla vigilia di Inter-Chievo, lo scontro che all'andata ribaltò il campionato nerazzurro.
Il viaggio dell'Inter è un cerchio. Il 23 settembre 0-2 a San Siro con il Siena, tre giorni dopo a Verona ultima di Sneijder e varo della difesa a tre, inizialmente con Chivu che però si infortuna nel riscaldamento. Partono Ranocchia-Samuel-Juan Jesus, striscia da paura, qualcuno fa capire che qui non ci sono più limiti, asfaltate Fiorentina, Milan e Juventus, fase a gironi d'Europa league con due turni d'anticipo. Oggi forse il cerchio si chiude. Chivu ancora fuori, c'è Milito al centro dell'attacco e difesa che minaccia di tornare a quattro. Se ci sono state pressioni su Stramaccioni per coprire meglio la porta non ha importanza, bastava guardare il suo volto: «Con il presidente ho parlato a lungo - ha detto Strama -. Lui è sempre molto propositivo, carica sempre. Posso solo dire che ci ha chiesto di tornare a fare l'Inter. Fino a mezzanotte di domenica sera a Siena abbiamo pianto, adesso non abbiamo più tempo per guardarci indietro».
Siamo a oltre metà campionato, se l'Inter ha ancora bisogno di capire cosa fare, la strada s'incasina. Anche oggi l'avversario ha un organico che dista qualche miglio, difesa a tre, o a quattro, o a cinque, se Kovacic e Milito hanno voglia non c'è partita. Non è vero che Handanovic ha mascherato i difetti, neanche che Ranocchia è da Nazionale, e a Siena l'Inter non ha giocato peggio di altre volte. La confusione genera incertezza, Gargano ha improvvisamente nostalgia di Napoli, teme di non venire riscattato, Rocchi è più avvilito di Jonathan, Alvarez si chiede perché è rimasto se non gioca.
Ma poi abbatti il Chievo, anche senza dare spettacolo, e le bandiere tornano a srotolarsi.
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