Si ritira Recoba, il giocoliere di casa Moratti

Stregò San Siro con i gol da lontano, ma conquistò soprattutto il presidente

Si ritira Recoba, il giocoliere di casa Moratti

C'è Ronaldo, c'è Ronaldo, e tutti a correre a San Siro. Prima di campionato contro il Brescia, una passeggiata, Gigi Simoni in maniche di camicia, Moratti con famiglia, solo posti in piedi e poi il Fenomeno all'esordio assoluto. Chi volete, Barabba o Ronaldinho? E tutti: Ronaldinho! Ronaldinho! San Siro è una bolgia. A quasi un quarto d'ora dalla fine è ancora 0-0, poi quel diavolo di Dario Hubner si gira, Galante lo guarda, sinistro all'incrocio di Pagliuca, Inter 0-Brescia 1. Era una domenica pomeriggio di campionato tristissima, c'era il sole, ma era tristissima. Da un paio di minuti era entrato un certo Alvaro Recoba, dicevano che lo conoscesse solo Moratti, Simoni aveva confermato che era bravissimo ma a quei tempi internet non era ancora il padrone dell'universo e l'unico filmato che girava di Recoba metteva un po' di apprensione, un gran gol dalla distanza, ma solo e soltanto quello. Ha solo vent'anni, si diceva, cosa pretendi. Però il Massimo lo aveva pagato 7 miliardi, mica poco per un uruguaiano che chiamavano El Chino perché aveva i tratti del cinesino e capelli a caschetto come la Carrà, ma neri.

É uno sfizio del presidente, dicevano con riferimento a Moratti. All'improvviso Simoni aveva tolto Ganz e lo aveva fatto esordire con la maglia numero 20 al fianco del Fenomeno che si era battuto come pochi nella vasca, ma niente. Allora succede proprio questo: a dieci minuti dalla fine El Chino scarica dai 30 metri e la mette sotto l'incrocio, passano altri cinque minuti e ne scarica un altro sotto l'altro incrocio. Due a uno, Moriero quel giorno battezza il rito della spazzolata alla scarpa del goleador, e il festeggiato non è Luis Nazario da Lima Ronaldo ma El Chino Recoba che in un colpo solo, anzi due, salva l'esordio dell'Inter, del Fenomeno, di Simoni. E Moratti se ne innamora come ci si innamora di uno che fa i miracoli da solo. Se Pellegrini costruì un mulino a vento nella villa di Bergkamp, Moratti confessò che avrebbe pagato per vedere El Chino palleggiare nel suo giardino e da quel giorno era come se gli fosse nato un altro figlio. Gliela meneranno in eterno a Moratti con Recoba, ma è sempre stato l'unico tormentone che non gli dispiaceva. Ne ha fatti altri di centri dalla distanza, sembrava Spiderman, tirava un filo letale e su quello ci faceva scorrere la palla a trecento all'ora.

Nel Duemila giocava alla Mario Corso, faceva fatica ad alzarsi ma quando gli arrivava la palla si accendeva. Adesso pare che abbia annunciato il ritiro, dicono domani al Centenario di Montevideo, speriamo che ci metta un po' ad arrivare questo domani.

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