Questione di feeling. Che era e resta una canzone, certo. E che, nel mondo Juventus, pare essersi un po' perso. Non si spiegherebbe altrimenti la richiesta fatta venerdì da Dybala (vice capitano) e Cuadrado ad Allegri di spostare l'orario di allenamento di ieri in vista del match odierno contro la Salernitana: il tecnico non l'ha presa bene e anzi. Da lì, una discussione anche vivace che lo stesso tecnico non ha negato: «Hanno fatto una richiesta e io ho detto no le sue parole -. Non è successo niente, anzi hanno capito. Sono stato giocatore anche io e ogni tanto un po' di casino serve, altrimenti diventiamo piatti. Dopo la partita con il Villarreal, prima di addormentarmi, ho pensato che fossimo troppo piatti e che servisse fare casino. Ringrazio i ragazzi per l'opportunità».
Raccontata così, è ovviamente una bella storiella con tanto di probabile lieto fine: oggi la Juventus batterà la Salernitana ultima in classifica, magari la Joya segnerà un gol e tutti amici come prima. In realtà, dopo l'uscita dall'Europa, Allegri tutto si aspettava tranne che la squadra gli chiedesse più tempo libero prima del match di campionato. Ne sono venute fuori una risposta negativa e il ritiro prepartita, pressochè abolito da mesi prima degli impegni casalinghi: «Stiamo insieme appassionatamente, ci riposiamo e rimaniamo sereni». Sullo sfondo, impossibile da non considerare, anche la questione legata al rinnovo del contratto di Dybala: domani dovrebbe finalmente tenersi l'incontro tra le parti, ma il clima non è certo quello dei giorni migliori né l'ultima richiesta dell'argentino a nome della squadra, per carità può essere ritenuta tempestiva. A dirla tutta, suona anzi come un autogol bello e buono vista la delusione patita dall'intero ambiente per il ko europeo e considerate le recenti prese di posizione dell'ad bianconero Arrivabene circa l'opportunità di allungare il contratto dell'argentino a cifre pesanti.
Si vedrà, insomma. Nel frattempo, la Salernitana. Ma, soprattutto, un quarto posto da difendere puntando magari al terzo e poi chissà. «Per distruggere ci vuole poco, dobbiamo stare attenti ancora Allegri -. Siamo passati da una situazione molto pericolosa, visto che alle 22,30 del 6 gennaio eravamo a -10 dall'Atalanta (in realtà all'epoca la distanza era di tre punti, con i nerazzurri indietro di una gara, ndr), a una certamente più piacevole. Per giungere a certi obiettivi non si può salire sulle montagne russe. Martedì avevo detto che avremmo dovuto avere l'ambizione di arrivare in finale, mentre giovedì era tutto da rifare e si parlava di fallimento: chi deve scrivere scriva, noi dobbiamo rimanere lucidi.
Contro il Villarreal abbiamo creato cinque o sei palle gol: ma quante ne vuoi avere in un ottavo di finale di Champions? Dodici? Ne abbiamo prodotte meno con lo Spezia». Magari il problema è proprio quello, ma evidentemente non per Allegri. Che oggi certo non rinuncerà a Vlahovic: Dybala, comunque indietro di condizione, partirà dalla panchina.
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