È la Signora di Diego E tra i nemici di Josè c’è anche Iaquinta

nostro inviato a Torino

Del Piero in tribuna. Vuoi vedere che porta bene? Sì, d’accordo, il tifo juventino non la penserà così, però questa Juve che parte con il capitano in tribuna, con tanto di mal di schiena da vecchia gloria, è un segnale di novità. In campo ci ha pensato Diego, in panca ci ha provato Ferrara. Dignitoso il risultato. Ieri sera, davanti ad uno stadio discretamente pieno, la Juve ha riepilogato pregi e difetti. Fra i pregi mettiamoci la bella lena di Diego e il suo guizzar feroce, che rischia sempre di far la differenza. Magari gli manca un poco di continuità, ma la Juve ha tanti operai specializzati che possono sopperire all’assenteismo di qualche minuto. Non a caso il gol bianconero è venuto dall’intesa dei due giocatori che, in questa annata, potrebbero decidere tanta storia: punizione del brasiliano ed ecco sbucare il crapone di Vincenzo Iaquinta, uno che sembra fatto apposta per intendersi col gioco di Diego. Molto più di Amauri che, invece, ha interpretato la parte del mulo, nel senso positivo del termine. Amauri fatica, Iaquinta segna, Amauri prende anche il palo ma dimostra quanto si sapeva: prima di segnare, deve un po’ sprecare. Il Chievo ha provato a rompere le scatole. Niente più. Forse ci stava un rigore a suo favore. Non il pareggio.

La Juve è più squadra, più vera, più gruppo da guerre stellari. Quest’anno più dell’anno passato. Per ora sono intuizioni e sensazioni: macedonia di buon calcio d’attacco, nonostante l’unico gol, frenesia difensiva e monotonia a centrocampo. Tipico da lavori in corso.

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