Cose turche e la Juve va in tilt alla prima partita vera. Che sia il Galatasaray o soltanto Arda Turan, indomabile diavolo numero 10, una maglia- una garanzia per lasciare il segno. Juve che riscopre l'amarissimo che fa malissimo della Champions. Ha provato a dimostrare che l'aria e la personalità sono cambiate, ma poi è mancato ancora qualcosa: la pericolosità in attacco (nemmeno un tiro in porta), la sostanza difensiva, l'assenteismo dei leader. Non è arrivato il gol del Godin, che aveva fatto rispolverare tutta l'enfasi retorica dei ricordi mondiali, ma Buffon ha perso l'imbattibilità dopo 704 minuti e la Juve dopo oltre mille minuti. Ed ora tutto da rifare. Nel girone tre punti per tutti e una sola certezza: l'Atletico resta carro armato calcistico, forse meno roccaforte della stagione scorsa, ma sempre squadra da scalare. La Juve ci ha provato per 75 minuti, poi ha mollato la presa.
Il pressing dell'Atletico si è fatto più pressante con il passar del tempo. Il possesso palla della Juve, invece, più noioso, meno efficace. Gioco camomilla quasi quanto quella maglia verde (la terza ideata dagli famelici sponsor) che grida vendetta nello spirito dei colori juventini. L'Atletico ha ricostituito la sua essenza di muro difensivo. La Juve ha faticato a trovare spazi, spiragli, anche idee che potessero creare la crepa: debolezza sua, prima che forza avversaria. Partita che ha trovato il suo «sangue e arena» cammin facendo. Il Calderon non ha smentito la fama di stadio caldo e fremente, la Juve ha gestito bene (meglio: dignitosamente) il primo tempo nonostante qualche debacle di Bonucci, qualche svirgolata difensiva e l'incapacità di andare al tiro, se non con sberloni lontani e sballati di Marchisio e Pogba. Non è Juve da stare allegri a livello europeo. Forse più tranquilla nel gestire il suo gioco e con la capacità di rallentare o addormentare l'aggressività avversaria, mostrata anche via Twitter. Ormai il social diventa terreno per il gioco di nervi. Martedì il City ha fatto autogol con Totti e la Roma, ricordando lo zero all'attivo per i gol i campo inglese. Ed è stato servito. Ieri sera l'Atletico ha raccontato con furba ingenuità che la Juve è la squadra ad aver vinto più scudetti in Italia, contandone trenta. E una mano bianconera, Agnelli style, ha replicato gli scudetti sono 32, anche se la storia è lunga per essere spiegata. Certo, più lunga della partita e forse più noiosa.
Comunque l'Atletico ha provveduto a rendere lo scontro spigoloso e la partita si è inzuppata di gioco sporco che l'arbitro ha lasciato correre. Sventolare di mani e gomiti, ma niente più. Occasioni da gol solo all'attivo degli spagnoli, grazie ad una svirgolata di Vidal che ha concesso palla a Mandzukic. Tiro deviato da Buffon e avviso alla difesa bianconera che non regala mai armonica bellezza/sicurezza nel gestire l'assetto. Poi più nulla fino alla ripresa, anche se il gioco Juve sembrava più scarno a centrocampo, squadra meno compatta rispetto alla testuggine organizzata da Simeone che, non essendo fesso, ha tenuto Cerci in panca, ha posizionato Tiago davanti alla difesa, sfruttato la vitalità di Arda Turan e lasciato il Mandzukic dapprima con maschera (operato al setto nasale due settimane fa), poi impavido quando se l'è tolta, sfidando i gomiti di Chiellini.
La Juve ha cercato vitalità in Vidal e Pogba, ottenendo risultati alterni, mentre Tevez ha faticato a trovare spazi e Llorente ha sofferto negli scontri fisici. Juve senza forza di penetrazione, Atletico più convinto del suo giocare. Nessuna delle due ha proposto pericoli veri, ma alla fine dei conti è bastata una svirgolata difensiva bianconera per chiudere la partita: il cross di Juanfran, Caceres ha mancato l'interdizione di testa su Mandzukic e Liechsteiner ha dormito(non una novità) sull'irrompere di Arda Turan.
Fritta fatta e poco è servito l'ingresso di Morata, se non a fargli prendere un'ammonizione e a dimostrare che ieri la Juve andava a sbattere contro il muro Atletico. Pensate che, subito il gol, solo Liechsteiner ha costruito un'azione pericolosa e Arda Turan, intercettando il cross rasoterra, ha rischiato l'autogol. Ma forse sarebbe stata troppa grazia. Comunque sempre cose turche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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