La Signora fa 6 con la prima Joya

Finalmente Dybala, gara chiusa da Matuidi al 16'. Juve a punteggio pieno, CR7 a secco

La Signora fa 6 con la prima Joya

L'utilità di certe partite del campionato italiano è pressoché nulla. Juventus-Bologna, andata in scena in uno Stadium come ormai quasi sempre silenzioso per la protesta del tifo organizzato contro il caro biglietti, è certamente una di quelle: impresentabile la difesa della squadra di Filippo Inzaghi, uno che da queste parti ha segnato spesso e volentieri da giocatore arricchendo il proprio curriculum di parecchi gol segnati contro squadre di seconda fascia.

Tipo il Bologna di ieri, appunto. Così, per dare un senso a una serata scontata fin dalla vigilia, sarebbe servito che Dybala tornasse al gol dopo quasi 500 minuti di astinenza. Quello era il menu, molto simile peraltro alla vigilia del match contro il Sassuolo vissuta da Ronaldo, e quello si è puntualmente verificato: la Joya, partner di CR7 nella riproposizione del 3-5-2 che la Juve ogni tanto spolvera e rimette in vetrina, ci ha messo una dozzina di minuti per trovare la porta. Per carità, contro questo Bologna avrebbe fatto una discreta figura qualunque squadra della massima serie, però è un fatto che il numero 10 bianconero avesse bisogno di un gol come del pane: Allegri lo sapeva e lo aveva annunciato in formazione, come dire vai ragazzo, è la tua serata.

Perfetto, allora: pasticcio di Paz (inguardabile, alla prima presenza in serie A), Skorupski respingeva il tiro di Matuidi e il destro accarezzato da Dybala finiva appena sotto la traversa. La Joya non segnava da 492', ovvero dal 5 maggio scorso quando proprio il Bologna era stato la sua ultima vittima. Un accenno di Dybala-mask e gli ovvi complimenti dei compagni, per rincuorare un giocatore del quale la Juventus avrà gioco forza bisogno strada facendo: con il morale un po' più alto, tutto verrà quasi di conseguenza, chè ovviamente non se ne può discutere il talento.

Messa la partita in discesa, i campioni d'Italia non dovevano nemmeno aspettare chissà quanto per archiviarla in maniera pressoché definitiva. Nonostante la presenza in campo di Destro e Falcinelli attaccanti che peraltro non brillano per media realizzativa - il Bologna non era infatti in grado di opporre la benché minima resistenza né di impensierire l'esordiente Perin. Così, tempo pochi minuti e Matuidi piazzava la palla sotto la traversa dopo la solita dormita della difesa ospite: il francese si confermava così uomo ovunque, bravo sia in fase di non possesso che nella capacità di inserirsi negli spazi. Tutto molto semplice e altrettanto facile, insomma.

Con Ronaldo che cercava poi il successo personale, Bentancur attento a seguire i consigli di Allegri che lo vorrebbe più intraprendente e propositivo, Cuadrado e Cancelo a spingere sugli esterni e via di questo passo. Il 2-0 di metà gara era già sentenza, né la musica cambiava dopo l'intervallo: Juve a giochicchiare e a divertirsi con scambi in velocità e ripartenze assortite, Bologna volenteroso ma poco altro.

All'orizzonte, sabato pomeriggio, il Napoli: primo scontro ad alta quota del campionato, rivincita del match che la scorsa primavera vide la squadra di Sarri imporsi grazie a una capocciata di Koulibaly senza che però poi la rimonta scudetto si concretizzasse.

Un match al quale la Juve si avvicina a punteggio pieno dopo sei giornate (prima del Bologna le vittime erano state Chievo, Lazio, Parma, Sassuolo e Frosinone), con 13 gol segnati e 4 subiti, Ronaldo in buona salute, Mandzukic fresco come una rosa e un Dybala a tratti scoppiettante e coccolato dagli applausi dello Stadium. Che magari, contro il Napoli, tornerà a farsi sentire.

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