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La Signora fa il turnover e Vidal asfalta il Cesena

Ventunesima vittoria di fila in casa. Doppietta di re Arturo, romagnoli inesistenti e Allegri tiene in panchina Pogba e Tevez

La Signora fa il turnover e Vidal asfalta il Cesena

nostro inviato a Torino

Buco societario ridotto all'osso, ventunesima vittoria consecutiva casalinga come il record del Toro nella stagione 1947-1948, quattro partite dodici punti senza gli inermi Pirlo, Cacares e Barzagli, con Tevez e Pogba in panchina, praticamente come Llorente che invece ha una maglia ed è in campo. Allegri non lo chiama turnover, dice che sono scelte, la sostanza non cambia. Ma questa Juventus può giocare anche in dieci e poi ci sarà sempre qualcuno pronto a difendere il navarro perché è così che lo vuole Allegri, monumentale a presidiare.

Intanto si gioca. Presidente in tribuna praticamene annoiato, tutto già visto e del resto non c'erano varianti all'orizzonte, Bisoli esce dalla sua area di competenza, il suo Cesena no, è lì incatenato a pane e acqua. A tratti difende a sette e se occorre mena, al 7' Lucchini su Llorente, al 9' Cascione su Pereyra, al 15' Renzetti su Giovinco che calcia una punizione dai venti metri e sulla respinta calcia nuovamente al volo, c'è anche una trattenuta sospetta su Bonucci in area.

Si aspetta solo la mazzata, e arriva, anche se è talmente generosa da chiedersi che senso abbia, quasi che Giacomelli intenda ridurre al minimo l'agonia degli ospiti. Il rigore per braccio di Cascione su tiro di Vidal è talmente fiscale da lasciare tutti increduli, il Cesena non protesta neppure troppo, in fondo meglio andare sotto su rigore, fa più trasferta sfortunata. Sul dischetto va il cileno, è il 18', 1-0.

Nessuno si aspetta una reazione del Cesena, infatti non arriva. Poche volte si è vista una superiorità così marcata e frega zero se è demerito del Cesena o capacità della Juve, c'è un taglio di Marchisio in area per Ashley Cole sulla destra di Leali che scatena applausi, se l'inglese ci arriva è la cosa più bella del primo tempo.

La meno bella è Llorente, non segna dall'ultima dello scorso campionato. Giovinco gli gira attorno, anche la palla, ma lui non la vede mai, oppure quando Ashley Cole gliela mette in area e sul piede, lui si gira bene ma poi la calcia male, due di fila non gli riescono e anche questo stabilisce un piccolo record in questa squadra che i record li macina. Se la squadra non girasse a mille, andrebbe in pasto ai leoni. Intanto si gioca e Giovinco spedisce un'altra botta su punizione dalle parti di Leali che vola all'incrocio proprio mentre il Parma al Tardini riprende la Roma, boato. La doppietta di Vidal arriva a metà ripresa, un destro angolato, il presidente si lascia andare ad un applauso a gambe accavallate.

Allegri manda Coman e Tevez a scaldarsi a bordo campo, quasi più interessante di quanto succede dentro, il Cesena dopo un'ora di gioco non è ancora riuscito a venire fuori palla al piede dalla sua metà campo. A un certo punto Allegri decide di richiamare Llorente, in questo in perfetta sintonia con Giacomelli che ha deciso di non prolungare le agonie. Fernando esce sotto un diluvio di applausi, lui guarda da qualche parte e contraccambia quasi con sospetto. E non che Morata, ingresso a 20 dalla fine, abbia fatto cose memorabili. Il terzo lo segna Lichtsteiner, facile, poi Giovinco prende il palo.

Sabato sera la capolista va a Bergamo, la Roma regge.

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