Signora fortuna

La squadra del Principato è considerata la più facile. Di nuovo derby Real-Atletico Ma non in finale. Europa league: Wolfsburg per il Napoli, Dinamo Kiev per i viola

Una bella signora, seduta su un comodo divano, corteggiata da tutti. Questa la vignetta che circolava in rete ieri poche ore prima del sorteggio di Nyon. La bella signora era il Monaco, intesa come la squadra del Principato, i corteggiatori erano le altre sette squadre inserite nell'urna, Juve compresa. Come dire, tutti avrebbero voluto conquistare la «Cenerentola» del gruppo, partita come 32ª e ultima nel ranking di agosto. Poco dopo mezzogiorno Karl Heinze Riedle, l'ambasciatore 2015 della Coppa dalla grandi orecchie e colui che a Monaco (di Baviera) fece piangere la Juve con una doppietta nella finale di Champions del 1997, si è fatto perdonare dai bianconeri.

La manina dell'ex bomber di Lazio, Dortmund e Liverpool pesca subito Psg e Barcellona - con Ibra che torna da avversario al Camp Nou -, «anticipa» ai quarti la rivincita del derby di Madrid tra Atletico e Real, che appena dieci mesi fa era stato la finale di Lisbona, la Decima dei blancos, infine piazza il temutissimo Bayern di Guardiola con il Porto. Ecco che alla Juve resta l'avversario più agognato e da tutti desiderato. Andata allo Stadium il 14 aprile, ritorno nel piccolo «scrigno» del Louis II otto giorni dopo.

Partita facile sulla carta, due anni fa il Monaco era in Ligue 2 (la serie B francese), quest'estate ha ceduto le sue stelle Falcao e James Rodriguez e ha la rosa più giovane delle otto «sopravvissute» in Champions. È stato Ranieri, lo stesso allenatore che riportò la Juve in Champions dopo Calciopoli, a far tornare i calciatori del Principato in Europa dopo 9 anni.

Tra le sue fila c'è il bulgaro Berbatov che nell'agosto 2012 fece litigare i dirigenti della Juve e quelli della Fiorentina (si narra che Marotta lo bloccò nello scalo prima che raggiungesse Firenze) salvo poi accordarsi con il Fulham. Massimiliano Allegri, che pure vede più vicino l'obiettivo semifinale, non si fida della squadra del magnate russo Rybolovlev, più famoso per il recente divorzio dalla moglie Elena costatogli 3,2 miliardi di euro: «Sarà un quarto di finale duro, è una formazione pericolosa che ha dimostrato tutta la sua forza contro l'Arsenal».

Non ha nascosto un sorriso Pavel Nedved, presente a Nyon: «Per arrivare in finale, ci vuole un po' di fortuna ma ho visto le gare del Monaco contro i Gunners e sono rimasto impressionato. Non possiamo sottovalutarli». Nell'unico precedente del 1998 - era una semifinale - la Juve passò il turno e come ha ricordato ieri l'attuale allenatore del Milan Inzaghi, all'epoca in bianconero, «ci lasciai un labbro» riferendosi allo scontro con Diawara nel match di ritorno in trasferta e ai venti punti di sutura il cui segno è ancora evidente. L'Inter è la sola italiana ad aver vinto nel Principato (1963).

Evitato il derby italiano in Europa League con Fiorentina e Napoli che tirano un sospiro di sollievo. Anche se le avversarie uscite dall'urna non sono certamente agevoli. La mano di Jerzy Dudek, portiere del Liverpool allenato da Benitez nella famosa finale Champions del 2005 vinta sul Milan, regala a don Rafè una sfida con il Wolfsburg, fresca carnefice dell'Inter. «È uno degli avversari più forti che ci poteva capitare e considerato tra i favoriti per la vittoria finale - il commento del tecnico spagnolo che compirà 55 anni proprio il 16 aprile, giorno del match di andata in Germania -. In campionato sono secondi in classifica e nella Bundesliga hanno battuto anche il Bayern Monaco. Noi però vogliamo andare avanti, pur sapendo che sarà difficile».

La Fiorentina ritrova invece dopo oltre 25 anni la Dinamo Kiev. All'epoca, con Roberto Baggio in campo, i viola passarono il turno con un eroico 0-0 nel gelo ucraino. «Con tutto il rispetto per la Dinamo, ai turni precedenti abbiamo eliminato Tottenham e Roma, due delle favorite», il moto di orgoglio del dg gigliato Rogg.

«Il nostro allenatore Rebrov (vecchio compagno d'attacco di Shevchenko, ndr ) sta aprendo un nuovo ciclo con giovani di qualità, ripercorrerà le orme di Lobanobvski», così il dg ucraino Tchokhoneklidze che ha rassicurato sulla sicurezza nel Paese: «A Kiev tutto è tranquillo, la guerra è più a est».

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