La mano di Julio Cesar, uno degli eroi del Triplete interista 2010, ha fatto sì che le strade di Cristiano Ronaldo e Messi potranno incrociarsi solo in finale di Champions. Come accadde dieci anni fa a Roma, quando Cr7 vestiva ancora la maglia del Manchester United e la Pulce era già il leader del Barcellona. E se il 10 blaugrana troverà sul suo cammino proprio gli inglesi e poi eventualmente una tra Liverpool e Porto nella parte bassa del tabellone già stilato ieri a Nyon, Cr7 - in attesa di giudizio Uefa per il gesto post Atletico e pronto al ritorno in Nazionale dopo nove mesi - se la vedrà il 10 (in trasferta) e 16 aprile con i ragazzi terribili dell'Ajax che hanno appena distrutto i campioni in carica del Real. Il fenomeno portoghese ha segnato agli olandesi, trafitti già 7 volte in 5 gare, la sua prima tripletta in Champions. Se andrà bene, a maggio affronterà la vincente del derby inglese tra il City di Guardiola e il Tottenham di Pochettino.
La sfida della Juve ai lancieri di Amsterdam riporta indietro nel tempo a 23 anni fa, l'ultima notte di gloria europea. «Non sono né contento, né scontento - il commento a caldo di Nedved - Saranno due bellissime partite, l'Ajax ha dimostrato di poterci stare, ha fatto fuori il Real, mi sono piaciuti tantissimo e dovremo stare attenti». «Sono una squadra in forma e di talento, saremo pronti», garantisce Bonucci. «L'Ajax è un esempio, è al top anche senza grandi risorse economiche, ora nei quarti di Champions, due anni fa in finale di Europa League», sottolinea il presidente Andrea Agnelli. Di sicuro, è un avversario più gradito di altri in casa bianconera, pur non potendo sottovalutare il fattore incoscienza dei talenti olandesi, a caccia di un'altra impresa.
Dopo anni di transizione, l'Ajax si è reinventata come un'azienda sportiva al passo con i tempi, riuscendo a resistere ai grandi club europei che hanno fatto partire l'asta per i gioielli olandesi già da tempo. Erik ten hag conta su un organico di qualità, dai 19enni de Ligt, il difensore inseguito proprio dalla Juve, e David Neres fino alla «chioccia» Tadic che continua a stupire (25 gol in 39 partite stagionali), di cui 8 in Champions. «La Juventus sarà favorita ma anche il Real lo era, credo che abbiamo una chance», avverte l'esperto De Jong già bloccato dal Barcellona con un assegno da 75 milioni di euro, mentre il tecnico chiede «un approccio disinibito e realistico» per provare a ribaltare il pronostico. Rafforzato dai precedenti: due sole vittorie olandesi (l'ultima nel 1974) contro 6 bianconere in 12 sfide e in quattro sfide andata e ritorno, la Juve si è sempre qualificata.
Se la Juve passa dal «cholismo» all'esuberanza dei giovani olandesi, il percorso europeo del Napoli appare più in salita. Evitato il confronto con Sarri e il Chelsea, che potrà arrivare solo nella finale di Baku, bisognerà però superare l'ostacolo Arsenal - prima sfida all'Emirates l'11 aprile, seconda al San Paolo il 18 - e poi, in caso positivo, una spagnola tra Valencia e Villarreal. L'ultima volta con i Gunners fu fatale in Champions ai partenopei nel primo anno dell'era Benitez (2013-14). In panchina c'è quell'Emery, tre volte vincitore dell'Europa League alla guida del Siviglia, che rifiutò il Napoli del dopo Rafa. Aubameyang, doppietta nella rimonta contro il Rennes, è l'uomo-copertina, ma lungo è l'elenco dei campioni in rosa, dal portiere Cech al futuro juventino Ramsey passando per Özil, Lacazette, Mkhitaryan e l'ex-sampdoriano Torreira.
«Sfida difficile ma molto affascinante per noi, per la società e per i nostri tifosi», il commento di Ancelotti, alle prese con un'infermeria riempitasi dopo il ko indolore di Salisburgo: fermi tre settimane Diawara, Chiriches e soprattutto capitan Insigne.
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