Non sarà meglio della Juve di Conte, ma almeno non ha perso. Forse alla Juve manca un rigorino finale di Pizarro (Gomez potrebbe dire lo stesso), ma la partita aveva deciso per lo zero a zero. Juve che smette di vincere dopo quattro successi di fila, Fiorentina che si ferma in casa dopo tre vittorie, ma mantiene il trend negativo delle partite casalinghe: sulle ultime cinque ne ha vinta solo una a Firenze. Squadra da trasferta, come la Juve è squadra da competizione sempre. Anche nella serata che la coglie un po'in affanno al tiro. Oggi Agnelli compie gli anni, ma festeggerà a champagne con bollicine svaporate come il gioco di ieri sera. Sfida che prometteva di più, ha fatto intuire la bontà della qualità, ma non ha mandato al potere la gioia dell'emozione. La difesa viola ha mostrato l'ermetismo che dicono i gol subiti, appena 11. La Juve si è inceppata forse per tutto quel cambiar di formula e di coppia d'attacco. Del resto sarà molto più importante la sfida con l'Atletico, questa non porterà danni: Juve sempre in testa, le altre sempre a inseguire. E la Fiorentina a riproporre l'antica dialettica del pallone: quanto vale un pareggio?
Partita degna solo di alcuni presupposti: battaglia calcistica dove, di tanto in tanto, spariva il calcio e restavano calci e falli. Pioggerellina sul bollire dei nervi ed anche del tifo, Rizzoli, ovvero l'arbitro, impegnato nel distinguere fra falli da ammonizione ed altri solo da punizione. Non proprio facile, avendo davanti giocatori pronti a spergiurare il contrario. Le titaniche lotte fra Chiellini e Gomez sono state un leit motiv. Ognuno a darci dentro, poi Chiellini nel primo tempo ha rischiato anche la trattenuta da rigore che i fiorentini hanno reclamato e forse non a torto. Dimenticando che, dopo un quarto d'ora, un intervento di Savic su Pogba, in area, poteva spingere a meditare sul peccatuccio.
Gran sbattere e gran correre, ma poi che altro? Palle gol non proprio di prima qualità. Juve contratta, con tre stopper sempre a rischio fallo (infatti Ogbonna e Chiellini ammoniti), Evra sulla fascia con tante alternanze, più pericoloso Pereyra sull'altra fascia, Llorente e Coman quasi mai coppia. Il francesino meglio nella ripresa che nel primo tempo. Fiorentina più brava e credibile nel premere sui bianconeri. Cuadrado pericoloso ma non definitivo. Centrocampo viola con la voglia di far gioco, il fine pensatoio di Borja Valero e Pizzarro, difesa rocciosa e dura nell'argentino Basanta. Un po' svogliato, prevalentemente contropiedista, quello della Signora dove Pirlo ha tardato a trovare ritmo: azzannato da Cuadrado o Gomez ha perduto qualche palla e qualche altra l'ha regalata con il conta giri ma senza gran soddisfazione. La Juve ha sofferto sulla sua fascia di destra, Pogba e Vidal sono partiti con i razzi, ma li hanno spenti subito: per provare a riaccenderli nella ripresa. Coman pronto a schizzare da ogni parte, pur senza mai trovare la giocata che fa la differenza.
Pochi i tiri della Signora nel primo tempo, sballati pure quelli della Fiorentina, che ha mal sfruttato Gomez. Bonucci ha deviato una conclusione di Cuadrado, Borja Valero ci ha tentato con una girata alta. Pogba ha calibrato il tiro solo all'inizio della partita. Vidal ha provato un destro al volo. Poco, troppo poco per due squadre che girano attrezzate di gioco e qualità calcistica. Le emozioni nascoste chissà dove, eppure il pubblico di Firenze non ci avrebbe messo nulla ad accendersi. Ma poteva anche spegnersi, dopo quattro minuti della ripresa, contro una Juve tutta alla Coq: finezza tecnica di Coman a smarcare Pogba, palla avanti per Evra e conclusione deviata da Neto. Niente male. Il segnale di una Juve disposta ad alzare il ritmo. Il tempo si è fatto più vivace, ma la Juve ha rischiato di prender gol se Bonucci non avesse tolto palla a Gomez in area e, poco dopo, Buffon deviato una bordata di Cuadrado.
Montella e Allegri ci hanno provato con i bombardieri: Tevez per Coman e Babacar per Gomez. Micce bagnate. Babacar ha provato un tiro (deviato), Tevez nemmeno quello. Partita del vorrei, ma non riesco.
Non sono bastati i cambi per trovare la luce, alla lunga squadre svaporate perfino nell'ardore, meglio le difese rispetto al resto. In tribuna c'erano Pepito Rossi e Kurt Hamrim (ex Juve e Fiorentina): in campo non c'era un attaccante che li valesse. Nemmeno quell'Apache senza arco e frecce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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