L a rinascita di Morata apre ufficialmente la crisi Inter. Una doppietta ridà il sorriso allo spagnolo triste e fa sprofondare i nerazzurri. Il rigore del vantaggio e l'espulsione di Murillo indirizzano la partita, ma sono la conseguenza di una evidente differenza di salute delle due squadre. Il 3-0 di Dybala, ipoteca anche la finale dei bianconeri.All'inizio non ci sono gli argentini diversi, al secolo Dybala e Icardi, che partono dalla panchina. Il risultato con Morata e Jovetic è una mezz'ora di apatia da una parte e dall'altra, zero tiri in porta. Le cose più significative sono la lasagna servita al catering (involontario omaggio al Kevin del Carpi che ha beffato domenica i nerazzurri?) e uno striscione sull'onda lunga della polemica Mancini-Sarri («Mancio cosa fai l'8 marzo?»). Il turnover è ragionato, non esagerato perché è derby d'Italia e vale la finale di coppa. La cerniera Medel-Melo-Kondogbia non ha nelle corde la creatività, mentre i dirimpettai vanno a intermittenza anche perché si intravede una sorta di Dybala-dipendenza nella squadra di Allegri. Dall'altra parte non c'è nemmeno bisogno delle frecciate di Mancini perché l'Inter non tira mai in porta. Ljaijc avrebbe anche due volte la possibilità di farlo, ma inspiegabilmente rinuncia, di sicuro il suo allenatore ci avrebbe provato. Al suo fianco Jovetic, alter ego di Icardi, corre e basta, non contribuisce alla causa, immalinconito da tanta panchina e dal dualismo con Maurito. E forse non l'aiuta anche il fatto che sugli armadietti della Pinetina sta per essere attaccato il nome di Eder.Uno Jo-Jo al ribasso, mentre dall'altra parte Morata anche lui finito nel tunnel, capisce che non può più stare a guardare. E allora è lui a innescare Cuadrado che sorprende Murillo fuori posizione, un'altra sbavatura del difensore nerazzurro, e si procura un rigore. Il colombiano bianconero, già pericoloso al tiro in precedenza, si conferma spacca-partita come già successo contro la Roma. Nel momento più difficile dal suo arrivo in bianconero lo spagnolo non ha paura di andare sul dischetto contro un para-rigori come Handanovic: destro sotto la traversa e vantaggio Juve. Morata si sblocca dopo quasi quattro mesi, lo conferma con un paio di accelerazioni stile Champions, con tanto di giallo per Miranda, e sfrutta l'occasione con Dybala a riposo. E che sia il possibile inizio della sua seconda vita bianconera lo conferma la doppietta, seconda in bianconero, che realizza nella ripresa grazie all'assist di un inguardabile Felipe Melo. Invece Jovetic si conferma dietro nelle gerarchie nerazzurre perché Icardi non farà gioco, sbaglierà qualche gol di troppo, ma ha un peso specifico diverso. La differenza tra i due vice argentini diversi è nel fatto che è più facile risorgere in una squadra in salute che in una formazione in piena crisi. Certificata dal rosso di Murillo (che stende ancora Cuadrado, stavolta al limite dell'area) che non convince Mancini. Buffon aveva rimproverato i nerazzurri di non aver ammazzato la Signora all'andata in campionato.
Chissà se avrà detto ai compagni di non fare lo stesso errore. Se l'ha fatto, Dybala (entrato nel finale) ha ascoltato il capitano infilando il tre a zero. Una sentenza che, a meno di miracoli nerazzurri, mette in tasca alla Juve il biglietto per la finale di Roma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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