La Juventus non è il Napoli e nemmeno la Roma. Tradotto: se il Sassuolo era riuscito in trasferta a imporre l'alt alle altre due presunte nobili del campionato, a Torino la resistenza della squadra di Di Francesco è durata una mezzoretta. Giusto il tempo perché Tevez (tap in da sotto misura, su conclusione di Vidal respinta da Pegolo) e Peluso (colpo di testa, su punizione calciata dallo stesso argentino) inquadrassero la porta e la pratica è stata liquidata. I fantasmi della Champions sono stati dimenticati in un attimo e del resto era quello che voleva Conte: «Dovremo essere bravi a rialzarci», aveva detto alla vigilia. Detto e fatto, anche se il calendario ha dato una mano ai campioni d'Italia proponendo loro non certo una corazzata (2673 partite in serie A contro 15, 57.4 milioni di monte ingaggi rispetto a 9,05). Siccome però la storia del campionato è piena di passi falsi che poi costano la vittoria, bisogna fare i complimenti a chi in certe bucce di banana riesce a non incappare. Così, dopo un'iniziale conclusione di sinistro di Longhi che avrebbe potuto avere miglior sorte, la Juve diventava padrona del campo nonostante un centrocampo privo di Pirlo e Marchisio: Asamoah lavorava da interno sinistro e del resto era quello il mestiere che faceva a Udine, Isla e Peluso sugli esterni facevano il loro dovere e la retroguardia emiliana non era davvero tra le più solide nonostante Di Francesco avesse optato per un teoricamente coperto 3-5-2 lasciando in panchina Zaza e affidandosi in attacco a Floro Flores e Missiroli.
Non c'era nemmeno il bisogno di studiare la situazione o di farsi prendere da un minimo di ansia. Un quarto d'ora bastava e avanzava: conclusione di Vidal, respinta di Pegolo e palla spinta in rete da Tevez, a secco in Europa ma dilagante in campionato come avrebbe confermato anche nel prosieguo della partita. Ci prendevano gusto anche gli Under 13 presenti nell'ancora squalificata curva Sud: inizialmente tranquilli nel non indirizzare verso il portiere avversario il solito urlo benaugurante («merda!») a ogni rinvio, pian piano si lasciavano andare costringendo nell'intervallo lo speaker a intervenire. Insomma, non un trionfo nemmeno ieri per un'iniziativa che avrebbe meritato altro esito.
Nel frattempo la Signora aveva modo di sciogliersi: Asamoah si mangiava un gol fatto preferendo cercare l'assist, poi andava in gol addirittura Peluso, bravo a insaccare di testa una punizione calciata da destra da Tevez. Primo gol in campionato nella sua esperienza bianconera e chissà che non sia anche l'ultimo visto che nel mercato di gennaio potrebbe anche salutare la compagnia. Dopo di che, la scena se la prendeva ancora l'Apache: punizione tagliata che trovava Pegolo pronto, poi sangue freddo per approfittare di un erroraccio di Marzorati e gol facile facile sull'uscita del povero Pegolo. Ovviamente la ripresa era buona solo per le statistiche, con lo scatenato argentino che trovava la prima tripletta della sua esperienza bianconera arrivando alla doppia cifra (assist di Isla): si fosse tenuto un golletto per la folle serata di Istanbul - dove comunque è stato il migliore dei suoi - il mondo bianconero sarebbe ancor più contento.
Però va preso quel che viene: la Juve vince la sua ottava partita di fila, Buffon rimane ancora imbattuto e sale all'ottavo posto nella speciale graduatoria del nostro campionato collezionando 730' senza doversi chinare a raccogliere un pallone e mettendo a questo punto nel mirino il primato di Sebastiano Rossi (929').In Italia, insomma, è una Juventus che pare non conoscere rivali. Prima della sosta ci proverà l'Atalanta, subito dopo la Roma: con una fame così, però, troveranno lungo anche loro.
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