Il cholismo contro il tiki-taka. Ma Atletico Madrid-Bayern Monaco, andata della seconda semifinale di Champions League, è anche altro. Riavvolgere il nastro, dunque, fino al 15 maggio 1974 e alla finale di Coppa Campioni: colchoneros da una parte, bavaresi dall'altra. All'Heysel di Bruxelles, stadio poi purtroppo diventato famoso per tragici eventi. Finì 1-1 dopo i tempi supplementari, quel match: il Bayern aveva Udo Lattek in panchina, Franz Beckenbauer e Gerd Muller in campo a mostrare mirabilie. Eppure il match pareva avere preso la strada di Madrid: a sei minuti dal termine dell'overtime aveva infatti segnato Luis Aragonés e tutto pareva deciso. Invece, no: all'ultimo minuto di gioco, il difensore tedesco Georg Schwarzenbeck trovò il pareggio. Non erano previsti i calci di rigore, ai tempi, e il match venne ripetuto due giorni dopo: finì 4-0 per il Bayern grazie alle doppiette di Muller e Hoeness, la Germania festeggiò la prima Coppa Campioni della sua storia e l'Atletico rimase con nulla in mano. Avendo però la soddisfazione di vincere la successiva Coppa Intercontinentale, visto che il Bayern scelse di non andarla a giocare: quella ferita è però ancora aperta, anche perché i colchoneros sono ancora in attesa della loro prima volta nella manifestazione più prestigiosa. La maledizione si è peraltro ripresentata nella finale di due anni fa contro il Real Madrid, quando la squadra di Simeone venne raggiunta all'ultimo minuto dei tempi regolamentari da un colpo di testa di Sergio Ramos, prima di crollare (4-1) nell'extratime.
Ci riproveranno comunque, i biancorossi. Con la solita rabbia in corpo, senza l'infortunato Godin (brutto colpo, trattandosi del giocatore più rappresentativo nonché dell'alter ego di Simeone in campo) ma con alle spalle la spinta di chi ancora non si è fatto una ragione di come era finita quarantadue anni fa: «Vivrò il match come se fosse ancora il 15 maggio 1974», ha detto al Mundo Deportivo Miguel Reina, papà di Pepe (oggi numero uno del Napoli) e portiere dei colchoneros in quella storica doppia finale. «Spero ci possa essere restituito quello che ci venne tolto allora».
Il Vicente Calderon' è pronto e sarà la solita bolgia, dentro la quale il Bayern di Guardiola proverà come da curriculum a gestire la partita: con Muller e Lewandowski, autori di 16 gol nell'attuale Champions, i bavaresi partono certamente favoriti. Ma il cholismo si esalta, in certe situazioni.
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