Sinner, ritiro choc

L'altoatesino dà forfait alla finale di Cincinnati dopo 23 minuti e già sotto 5-0. "Mi gira la testa, stavo già male", le sue parole. Il caldo e i sintomi nella notte

Sinner, ritiro choc
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Si erano lasciati a Wimbledon promettendo altre meraviglie. Si sono ritrovati con tante promesse, ma questa volta Jannik Sinner non è praticamente entrato in campo. E dopo aver perso il terzo servizio di fila, al cambio di campo e sullo 0-5, il numero uno del mondo si toglie sconsolato il berrettino, e si capisce che non è solo una questione di tennis: "Non ce la posso fare, mi sento troppo male: non riesco a muovermi. Mi gira la testa, mi dispiace". Ritiro, la cosa peggiore per un campione, e in un Masters 1000, in finale. Carlos lo abbraccia e lo consola, scappa qualche lacrima, e a quel punto la conferma è che non si tratta di una cosa improvvisa: "Sono entrato in campo per i fan", spiega all'amico-rivale Jannik. Che a questo punto andrà a New York non certo per giocare il torneo di doppio misto che parte oggi, ma per cercare di essere in forma lunedì per l'inizio degli UsOpen.

Insomma: la sfida delle sfide dura solo 23 minuti. Jannik decide di cominciare la sfida servendo, ma perde subito il servizio, e a zero peraltro. Al sesto punto Carlos ne cede uno, però è già chiaro che non sarà la solita partita. Sinner ciondola con espressione cupa, la stessa che in tribuna hanno Vagnozzi e Cahill che già sanno. Un vero disastro, con il berrettino buttato che resta il simbolo di una resa che butta nello sconforto tutti, Alcaraz compreso.

La premiazione, a quel punto, è mesta. Jannik ricambia tristemente il saluto del pubblico: "In genere parto parlando dell'avversario, ma devo cominciare con voi. Da ieri non mi sentivo bene, speravo di farcela ma sono peggiorato nella notte. Mi dispiace, anche perché è lunedì e molti di voi hanno saltato il lavoro per essere qui". Un colpo di tosse certifica forse che sia stato il caldo umido di Cincinnati a fare una vittima illustre: "È stato uno tornei più bollenti che abbia giocato. Sono deluso, purtroppo a volte capita". Alcaraz, alla vittoria numero 54 dell'anno, abbozza: "Non è così che avrei voluto vincere. So come ti senti: tornerai il campione che sei".

Il fatto è che ora torna anche in palio la cima del ranking: lo spagnolo adesso ha 1890 punti da recuperare, ma agli UsOpen ne deve difendere solo 50, contro i 2000 del campione uscente. Facendo i conti, un successo a New York gli consentirebbe di sorpassare Jannik di almeno 60 punti, pochi ma abbastanza per recuperare lo scettro mondiale.

A questo punto però, la cosa più importante è che sia Sinner a recuperare la salute: "Mi prendo un paio di giorni di recupero, e poi torno ad allenarmi. Cincinnati alla fine è stato comunque un torneo positivo, ho capito dove devo lavorare. Se mi sentirò bene fisicamente, sarò pronto a spingere".

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