Meno male che gli italiani almeno ci credono: la sfida di ieri contro gli Usa doveva essere la più difficile del gironcino di Coppa Davis, ma gli azzurri sono passati come un tornado di quelli che ogni tanto si abbattono sulla East Coast. E così, dunque, ecco che a Torino il match di oggi con la Colombia (ore 16) può portare diritti ai quarti di finale previsti lunedì da questo calendario che davvero fa dell'insalatiera praticamente una ciotola. Bravo insomma Sonego, all'esordio in Nazionale, a sminare il servizio di Opelka con un 6-3,7-6.
Praticamente ancora in trance agonistica dalle Atp Finals Jannik Sinner, autore di un fenomenale 6-2, 6-0 su Isner. Bisogna crederci, anche se al Pala Alpitour - così come nelle altre sedi - gli spalti fanno a volte scena muta. Perché la Davis usa e getta voluta da Gerard Piquè e soci fatica proprio ad attizzare. D'altronde i match in versione ridotta mancano di epica, e gli italiani - per dire - non hanno fatto certa botte per vedere Australia-Croazia, altra sfida che si gioca qui.
Diciamolo: l'operazione restauro dell'antica coppa per ora è modesta. Ma siccome business is business, gli organizzatori ne hanno pensata un altra: dall'anno prossimo le finali, invece che a Madrid, si sposteranno ad Abu Dhabi.
Alla notizia è seguito - in rappresentanza di tutti - il commento di Lleyton Hewitt, ex numero uno del mondo e capitano australiano: «Hanno già gettato fuori dalla porta tutto ciò che rendeva affascinante la Davis. Adesso vogliono distruggere la porta e anche la casa». Finché resta in piedi, almeno godiamoci un'Italia così.
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