nostro inviato ad Appiano Gentile
«Oh, è sempre lì nel mio ufficio, arriva, prende e si siede... È anche una scocciatura... Comunque è a un altro il tavolo al quale dovrà sedersi». Strama parla di Sneijder così, e poi: «Mi rendo conto che vista da fuori sia una situazione complicatissima, ma vi assicuro che con Wes ho un rapporto bellissimo e non abbiamo proprio niente da chiarirci». Di tutti quelli che sono passati, Strama arriva qui ancora con grandi margini, questa storia per esempio l'ha presa bene, ma proprio bene, e non c'è bisogno che aggiunga altro quando fa sapere che l'olandese: «Si è allenato come tutti gli altri e può essere convocato». Erano le 10 e qualcosa di ieri mattina e per tutti l'olandese era ormai integrato alla grande, non proprio al centro del progetto ma a tanto così dal punto gravitazionale della squadra. Poi alle 14,11 sul sito Inter escono i convocati per la quindicesima di oggi al Meazza, sono 23, tre portieri, nove difensori, sette centrocampisti e quattro attaccanti, ma Wesley Sneijder non c'è. Ma c'è il motivo. Domani è previsto un incontro tra la dirigenza dell'Inter e l'entourage dell'olandese, il suo agente danese Soren Lerby è atteso in queste ore a Milano ma non attendiamoci soluzioni a breve o definitive. L'Inter proporrà un prolungamento di due anni fino al 2017 a quattro milioni a stagione di ingaggio contro i sei attuali in scadenza giugno 2015. Vuol dire che Sneijder nei prossimi quattro anni, a partire dalla stagione 2013-14, prenderà 16 milioni, bonus e premi esclusi, contro i 12 che percepirebbe nel prossimo biennio, sempre esclusi premi e bonus. Era quanto intendeva Massimo Moratti quando diceva: sediamoci e vediamo se questo contratto si può migliorare. Così la vicenda assume un altro taglio e dopo l'invito di Stramaccioni, le confidenze di Javier Zanetti e le bacchettate del presidente di Lega Maurizio Beretta, Wes è sedato. E sarebbe una storia senza feriti se non arrivassero le streghe: l'Inter prolunga il contratto di Sneijder non tanto perché gli vuole bene ma per poterlo cedere a condizioni più vantaggiose, e cioè con un ingaggio più basso e un contratto più lungo.
Poi eventualmente ci sarebbe anche il Palermo caricato a pallettoni dalla vittoria nel derby e dal suo presidente Maurizio Zamparini che avverte buone vibrazioni: «Penso che a San Siro si possa fare il colpaccio e molto dipenderà da Dybala». Condivisibile l'amarezza dell'ex Gasperini: «Probabilmente non era il momento giusto per imporre certe idee, ma sono contento che le stiano rivalutando ora con la difesa a tre e l'arrivo di Palacio». Strama lo conosce bene, hanno lavorato assieme a Crotone, lui faceva l'osservatore.
Ma l'Inter è sulle gambe e serve una sterzata: «Contro Atalanta e Cagliari abbiamo finito in maniera arrembante - ha ammesso -, contro il Parma per la prima volta ho visto la squadra fisicamente in calo. Dobbiamo tornare a fare i tre punti, contro il Palermo si capirà se siamo oggettivamente in crisi oppure se sono stati solo episodi».
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