Il sogno del Bollate spinto dalla suora ex Nazionale

Dopo Coppa e Scudetto, ora l'obiettivo Champions col segreto della tifosa numero 1

Il sogno del Bollate spinto dalla suora ex Nazionale
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Fede, famiglia e diamanti: Bollate si conferma il paradiso del softball. Una città di 80mila anime, alle porte di Milano, ha conquistato il quindicesimo scudetto della sua gloriosa storia superando Forlì in rimonta in gara 5 delle Italian Softball Series per 6-4. Dopo il campionato e la Coppa Italia, obiettivo Champions per il triplete. A fare il tifo c'era anche Maria, ora suor Emanuela, ex ricevitrice azzurra (nel riquadro) e con un mondiale giocato nel 78 prima di prendere i voti, il sogno di sua madre. La religiosa ora organizza squadrette anche dentro i conventi, tanto è forte la sua passione. E organizza preghiere collettive. Per assistere alle finali ha dovuto chiedere alla madre superiore un permesso speciale.

Quello del Bollate è un trionfo nel segno della famiglia Soldi, che dal 1969 gestisce la società più titolata d'Italia. "Tutto è nato grazie a mio papà Guido, che ha fondato il club insieme ai fratelli Tino, Chicco e Paolo. Adesso io e le mie sorelle Alessandra, Roberta e Daniela abbiamo preso l'eredità - racconta Luigi Soldi -. La forza di questa squadra è in tutti i collaboratori che abbiamo. Siamo l'ultimo degli sport dilettantistici. A fatica riusciamo a tirare avanti e a raggiungere questi grandi risultati". Questo piccolo sport è riuscito però a radunare mille persone a Bollate nel fine settimana di Ferragosto. "Sì continua Luigi , non c'era solo suor Emanuela, sorella di mio papà ed eremita a sostenerci. Per la finale sono arrivate diverse persone anche di altre regioni. Qualcosa di inaspettato per la data, tanto che l'affluenza ci ha colto di sorpresa. Poi, dopo la partita abbiamo festeggiato e anche mangiato insieme alle ragazze del Forlì. È stata una fantastica domenica di sport".

Per il Bollate non è una novità. Ad alzare il trofeo una squadra ricca di prodotti del vivaio. A partire dalle due bollatesi doc, le cugine Greta ed Elisa Cecchetti, che hanno già disputato l'Olimpiade a Tokyo, ma che sono in corsa per Los Angeles. Festeggia anche la capitana azzurra Giulia Longhi. Eletta miglior giocatrice delle finali Laura Bigatton, che abita a 300 metri dal campo e lavora come insegnante alle elementari là vicino. Anche qui c'è il riconoscimento del grande lavoro nel settore giovanile: delle quindici giocatrici, undici arrivano dal vivaio e sono soltanto tre le straniere, ovvero un'americana, una giapponese e una spagnola.

Il capo allenatore Edoardo Da Rocha è invece venezuelano, ha solo 32 anni ed è al terzo Scudetto dopo i titoli vinti nel 2022 a Saronno e lo scorso anno a Bollate. La cui favola, ora, si arricchisce di un nuovo capitolo.

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