L'insolente ironia del pallone vuole che l'Inter, almeno per un tempo contro il Toro, sembrasse la peggior Juve del vituperato Allegri. E alla fine sia arrivata alla conclusione del medesimo: l'importante è vincere. Poi, nel dietro le quinte, Inzaghi avrà tratto qualche altra conclusione. Ovvero: se Handanovic para almeno sei tiri del Torino, non tutti irresistibili d'accordo, il problema dell'Inter è proprio il portiere? Anche Onana, contro il Bayern, aveva fatto la sua bella figura pur incassando due reti. Sintesi: i portieri parano per quanto possono, ma difesa e centrocampo sembrano roccaforti di burro. La fase difensiva dipende da portiere, difensori, centrocampisti e qui chi para paga e chi sbaglia la passa liscia. L'Inter non ha cancellato il peccato originale: Skriniar e Bastoni hanno necessità di avere vicino un difensore rapido, non un elegante dicitore. Brozovic e Barella hanno confezionato il gol vittoria ma ogni tanto dovrebbero ricordarsi di essere argine piuttosto che marginali alla fase difensiva. Sono punti cardinali sui quali costruire una stagione di successo. Alla faccia dei piagnucolamenti per Lukaku, che l'anno passato non c'era. Non sono nemmeno i gol segnati in meno (8) a far la differenza, bensì il gruviera difensiva (8 reti in 6 partite). Che poi Inzaghi si voglia complicare la vita annunciando una sorta di rotazione fra i numeri uno, dice che anche il tecnico dovrebbe resettare le idee: la storia parla contro l'ipotesi.
Il successo sul Toro toglie la Nerazzurra dall'imbarazzo di una crisetta, la Champions chiama e chiede un successo: il Viktoria Plzen attende. Il Bayern in campionato ha infilato tre pari di fila, l'ultimo con lo Stoccarda, ma a Milano ha vinto facilmente. Qualcosa stona, c'è il tanto per finire in fuorigioco.
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