Il Parma partirà da meno cinque nel campionato di serie A che prenderà il via tra meno di un mese, mentre Emanuele Calaiò dovrà scontare una squalifica di due anni e pagare un'ammenda di 20.000 euro: questa la sentenza emessa ieri dal Tribunale Nazionale Federale, più morbida rispetto a quanto chiesto dall'accusa (permanenza in serie B). All'origine del tutto, una serie di messaggi inviati dall'attaccante della squadra emiliana a due colleghi dello Spezia (De Col innanzi tutto, ma anche Terzi) alla vigilia della gara conclusiva dello scorso campionato di serie B: il tribunale ha pertanto riconosciuto nel comportamento di Calaiò il tentato illecito sportivo «previsto dall'art. 7, comma 1, CGS, irrilevante essendo che questi possa essersi riferito unicamente alla propria incolumità fisica. È di tutta evidenza, invero, che anche la sollecitazione e/o l'invito ad omettere interventi di gioco sulla propria persona, ove accolta, possa ritenersi idonea, quanto meno in termini di tentativo, ad alterare l'andamento e/o lo svolgimento della gara».
Il Tfn ha inoltre evidenziato «che si è in presenza, nella specie, di un tentativo di illecito decisamente respinto dai destinatari dei messaggi e la cui conoscenza da parte della Società Parma Calcio non è stata in alcun modo nemmeno ipotizzata». Calaiò si è sempre professato innocente: quei messaggi erano una presa in giro tra ex compagni di squadra e nulla più. Il match in questione venne poi vinto dal Parma che, grazie a quei tre punti fuori casa e complice il pareggio interno del Frosinone contro il Foggia, festeggiò la promozione immediata in Serie A. Decisa la reazione del club: Il Parma Calcio 1913 «prende atto con enorme amarezza della sentenza emessa. Riteniamo abnorme la condanna del nostro tesserato Emanuele Calaiò rispetto ai fatti all'origine del deferimento e iniqua, illogica ed in contrasto con la recente giurisprudenza sportiva la pesantissima penalizzazione per responsabilità oggettiva inflitta alla nostra società. Confidiamo che la totale estraneità del Parma Calcio 1913 ad ogni comportamento meno che lecito venga riconosciuta già dalla Corte Federale di Appello, a cui ricorreremo in tempi brevissimi, nell'auspicio di trovare giustizia».
Oggi il Tfn si esprimerà
infine sul conto del Chievo in merito al caso delle plusvalenze fittizie: la Procura ha chiesto 15 punti di penalizzazione da applicare alla classifica finale dello scorso campionato, con relativa retrocessione dei clivensi.
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