"Sono un po' pazzerella, e ora a 69 anni mi rituffo per attraversare lo Stretto"

L'impresa per festeggiare i 50 anni del suo record mondiale di nuoto negli 800 stile libero. Novella Calligaris: "Dimostrai che la volontà è più forte del fisico"

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Quel primo indimenticabile record oggi compie 50 anni. Novella si prese il mondo negli 800 stile libero, a Belgrado, stroncando la resistenza delle americane e delle famigerate valchirie dell'Est e vincendo il titolo iridato con il nuovo primato mondiale di 8'5297, nel giorno in cui anche Klaus Dibiasi (oro dalla piattaforma) fece risuonare l'inno di Mameli. «Riuscire a fare un record del mondo a 19 anni aprì una breccia nel nuoto ricorda la padovana Novella Calligaris, prima italiana a vincere una medaglia olimpica nel nuoto e prima a stabilire un record del mondo -. Dimostrai che con il lavoro e l'applicazione non era necessario avere un fisico stratosferico per eccellere».

Mezzo secolo dopo, la Novella di oggi rispetto a quella del 1973 è che il miglior modo di festeggiare quell'impresa è rimettersi in costume per un'altra sfida: la traversata dello stretto di Messina. Una fatica per rinnovare il suo amore per il nuoto. Una passione senza età. «Sì, mi spaventa questa traversata di 3.5 km, tra correnti e meduse, sarei bugiarda a dire di no. E mi hanno dato della pazza, a buttarmi dopo i 50 anni (compirà 69 anni a dicembre, ndr), ma io sono un po' pazzerella. Va bene così: aiuta a sorridere, a vivere».

Novella, perché questa scelta?

«Sono presidente dell'Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d'Italia e promuoviamo lo sport, che è il mezzo più importante di promozione per abbattere le barriere. Il nostro motto è annulliamo le distanze e cosa c'è di meglio della traversata dello stretto di Messina? Non potevo esimermi! Partiremo alle 9 e con me oggi ci sarà anche la fondista Martina De Memme, nonché moglie del coach di Paltrinieri, Fabrizio Antonelli, che è diventata la mia allenatrice».

Adesso l'Italia del nuoto è una potenza, mentre ai suoi tempi lei era una luce nel deserto.

«Sì, è vero, nessuno si aspettava che un'italiana potesse arrivare a certi livelli. Mi guardavano tutti con stupore, sia in acqua che fuori. Quell'oro con record servì a cambiare la mentalità degli italiani. Con i miei 167 centimetri e i miei 48 kg ero la ragazza della porta accanto in cui ci si poteva immedesimare: anche una ragazza minuta poteva farcela e non era solo una questione di fisico».

Che ricordi ha di quel trionfo a Belgrado?

«Dopo le tre medaglie olimpiche a Monaco, il Mondiale del 1973, che coincise con l'anno della maturità, fu quello della consapevolezza: quando entrai in gara negli 800 stile libero dalla terza corsia, capii che avrei potuto farcela a vincere l'oro e fare il record del mondo. Ai 500 metri avevo un secondo e mezzo di vantaggio, ma speravo che finisse lì: le vasche non passavano mai. A fine gara, ricordo le lacrime del mio allenatore Bubi Dennerlein e l'abbraccio di mio padre».

Una carriera luminosa

terminata a 20 anni. Poi si dedicò all'attività giornalistica e da anni lavora alla Rai.

«Cominciai con Tito Stagno, che mi fece fare un provino per la Domenica Sportiva estiva. Mi sono sempre piaciute le sfide».

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