Sorpresa Sturaro. Ma non è un'Italia di... Bonaventura

Il ct ha scelto: dentro lo juventino che non ha mai giocato in azzurro e fuori il milanista. Manca un vero numero 10 (maglia a Thiago Motta) ed è un gruppo che non spicca per qualità A pesare di più i ko di Verratti e Marchisio

Sorpresa Sturaro. Ma non è un'Italia di... Bonaventura

È Stefano Sturaro la sorpresa che Antonio Conte tira fuori dal cilindro. Il centrocampista sarà nei 23 dell'Europeo pur non avendo giocato nemmeno un minuto in azzurro nell'era Conte (solo una convocazione a novembre 2014 per l'amichevole con l'Albania): il suo ruolino in Nazionale parla di 16 presenze con le giovanili (sei con Under 21 e Under 19, quattro nell'under 18) e due gol ad Albania e Cipro dal 2011 a oggi.

L'ingresso nel gruppo del centrocampista juventino, 28 presenze e due gol in stagione - uno pesante al Bayern in Champions -, il sesto rappresentante della squadra campione d'Italia (che diventano sette con la riserva Rugani) toglie il posto in extremis al napoletano Jorginho. Mai entrato nelle «grazie» tattiche del ct, nonostante sia stato il miglior regista del nostro campionato dopo Marchisio e meno «acciaccato» di De Rossi («è la volta che ho temuto di più di non far parte del gruppo», ha ammesso il romanista) e Thiago Motta, preferiti anche per una questione di fisicità. Il regista classico non è un dogma intoccabile per Conte: lo è stato con il miglior Pirlo a disposizione, non lo è più da quando l'ex Milan e Juve si è abituato ai ritmi compassati della Major League Usa.

Conte, al suo arrivo all'hotel romano a due passi da Villa Borghese dove lo staff azzurro e i 23 convocati si sono ritrovati prima del «red carpet» su Rai 1, è apparso tranquillo e disponibile con i tifosi che volevano una foto ricordo. «Alcune scelte faranno discutere», aveva avvertito il ct dopo la gara con la Scozia che aveva di fatto tolto gli ultimi dubbi all'allenatore leccese. E la prima discussione è arrivata sui social proprio sulla preferenza di Sturaro e sull'esclusione di Jorginho. «Mi dispiace dal punto di vista umano lasciare a casa persone che hanno dato tutto in questi due anni - così Conte durante la diretta tv -. Affronteremo subito una delle favorite, il Belgio, ma io penso sempre che ci sono i favoriti sulla carta e poi il campo. Dobbiamo dimostrare di non essere inferiori. Lavoriamo per far gioire i tifosi dell'Italia».

Tutto come previsto per quanto riguarda le altre scelte: dal blocco juventino ai trii romanista e laziale e due soli calciatori di Inter e Milan convocati (record negativo assoluto per gli Europei, solo al Mondiale 1978 ci fu un numero così esiguo, con il rossonero Maldera e il nerazzurro Bordon).

Scelte logiche per quelli che sono i tre punti essenziali per Conte: la condizione fisica, testata a Coverciano con un lavoro che è stato di fatto un richiamo di preparazione atletica (non a caso, a Malta l'Italia è apparsa imballata dal duro lavoro nel centro tecnico fiorentino) che proseguirà nei giorni precedenti all'ultima amichevole con la Finlandia; l'organizzazione di gioco (si partirà dal 3-5-2 e dal granitico trio juventino BBC, Barzagli-Bonucci-Chiellini con in più il portiere Buffon) e la versatilità, che spiegano il perchè andranno in Francia giocatori tutti con caratteristiche uniche e che sanno fare più ruoli nel corso di una gara per costruire delle alternative di partita in partita. Nello specifico Sturaro fa meglio l'interno di centrocampo rispetto a Bonaventura (altro escluso nonostante il buon finale di stagione con il Milan) anche per gli inserimenti che può garantire.

Manca un numero dieci (maglia assegnata a Thiago Motta) e di fatto il gruppo è formato da elementi con un livello di qualità non altissimo. In questo senso, la dolorosa rinuncia a Verratti e Marchisio è sicuramente un grosso handicap. «L'Italia? È tra i principali outsider dietro Germania, Francia, Spagna e Belgio - il pronostico di Buffon per gli Europei -. Dovremo mettere subito l'elmetto e partire all'assalto». In linea quindi con lo spirito da «brutti, sporchi e cattivi» teorizzato da Conte alle prese con vari infortuni cruciali e una generazione priva di talenti puri. «Quando l'Italia è in difficoltà riesce a dare sempre il massimo», dirà Gigi.

«Il sogno deve sempre far parte della nostra vita, sognare ti dà quello stimolo per raggiungere un obiettivo. Io penso che nessuno deve impedirci di sognare», così il ct nell'intervista realizzata in occasione della presentazione del palinsesto della Rai presso l'ambasciata di Francia a Roma.

«Partiamo a fari spenti ma con l'orgoglio di avere quattro stelle e una finale persa ai rigori, faremo del nostro meglio con sacrificio e unione, come dice sempre Conte: sacrificio e unione», sottolinea il presidente Figc Tavecchio.

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