Coronavirus

Cala il sipario sulla A? Campionato al capolinea Classifica: cosa succede

Il ministro dello sport: "Potremmo intraprendere la stessa strada di Francia e Olanda, la Lega cominci a pensare ad un piano B"

Cala il sipario sulla A? Campionato al capolinea Classifica: cosa succede

''Fossi nei presidenti penserei alla nuova stagione'' sono le parole del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, che mette un freno deciso alla ripartenza del campionato,fermo ormai dal 1 marzo a causa dell'emergenza Coronavirus.

Il Governo è sempre più scettico sulla ripresa del campionato. Lo dice chiaramente il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, intervenuto alla tramissione Omnibus su La7: "Sono in corso tra oggi e domani contatti tra il comitato tecnico scientifico e la Figc, che aveva presentato un protocollo per gli allenamenti ritenuto dal comitato non sufficiente. Ma ripresa degli allenamenti non significa ripresa campionato. Se non vogliamo avere incertezze basterà seguire la linea di Francia e Olanda che hanno fermato tutto. Io sinceramente vedo il sentiero per la ripresa sempre più stretto. Il discorso allenamenti è diverso, ma fossi nei presidenti penserei alla nuova stagione. La scelta della Francia può spingere anche l'Italia e altri paesi europei a seguire quella linea e leggendo certe dichiarazioni potrebbe esserci una maggioranza dei presidenti pronta a chiedere la sospensione per preparare al meglio il prossimo campionato".

Le prossime tappe

Poi aggiunge: "Io da ministro dello sport sarei un pazzo a demonizzare il calcio e la Serie A che portano soldi a tutto il sistema sportivo, ma se la ripresa non sarà in sicurezza saremo costretti a fermarci. Assurdo che tre-quattro presidenti ancora non lo capiscano. C'è anche un problema tamponi, non sono certo ce ne siano a sufficienza. E non dimentichiamoci che all'inizio della pandemia, quando non si sono voluti fermare, poi molte squadre sono finite in quarantena". Quindi conclude: "Penso che i vertici del calcio, mi riferisco alla Lega e anche alla Figc, dovrebbero iniziare a pensare a un Piano B. Al massimo entro questa settimana il comitato tecnico scientifico dirà se il protocollo per gli allenamenti sia attuabile e in pochi giorni lo comunicheremo ai club, quindi - con la curva dei dati alla mano - decideremo sulla ripresa del campionato".

Una presa di posizione che a questo punto può rappresentare un colpo decisivo per la ripresa del campionato. La Lega Serie A aveva sostenuto il ritorno in campo per la metà di giugno, circa un mese dopo il ritorno agli allenamenti prevista per il 18 maggio e ultima conditio sine qua non per rispettare il termine conclusivo fissato dall'Uefa per il 3 agosto. E dopo le ultime parole del ministro Spadafora lo scontro tra le parti si preannuncia ancora più infuocato.

Cosa succede alla classifica

Al momento la sola ipotesi prevista è il congelamento della classifica. Resta da stabilire con quali criteri: quella cristallizzata oggi (ma ci sono 8 squadre con una partita da recuperare) o quella fissata dalla media punti? L'assegnazione dello scudetto non pare molto controversa. E' difficile che venga attribuito alla Juventus, in testa dopo 26 giornate con 63 punti, uno in più della Lazio. E' molto più probabile che il campionato 2019-20, se verrà fermato definitivamente, rimanga senza un vincitore, come in Olanda.

Sull'assegnazione dei posti delle coppe europee spunta il primo nodo delicato. Bianconeri e biancocelesti verrebbero automaticamente proiettati in Champions League al pari di Inter e Atalanta. Europa League certa, invece, per Roma e Napoli. Il problema nasce per il settimo posto utile, da assegnare a Hellas Verona o Milan. Se si scegliesse il criterio della media punti, spetterebbe al Verona: con 35 punti in 25 partite come il Parma (media punti 1,40), sarebbe settimo (un solo confronto diretto, vinto, migliore differenza reti). Invece il Milan è settimo attualmente (36 punti, ma una partita giocata in più) e lo resterebbe, per la classifica avulsa degli scontri diretti (non tutti completati, però, e differenza reti peggiore di Parma e Verona), se si sottraesse al calcolo la venticinquesima giornata (giocata tra le 3 squadre interessate soltanto dal Milan, che pareggiò 1-1 a Firenze e che senza quel punto scenderebbe a 35, come Verona e Parma). Il caso resta in ogni caso ingarbugliato.

Ancora più delicato il tema retrocessioni. Se venisse avallata l’ipotesi campionato a 22 squadre, si verificherebbe la permanenza in A delle ultime tre, vale a dire Lecce, Spal e Brescia, e la salita delle prime due in Serie B, ossia Benevento e Crotone, con conseguente annullamento dei playoff. Se la Serie A non dovesse allargarsi, verrebbero retrocesse solamente Brescia e Spal. Il discorso interessa anche le categorie inferiori: in Serie C retrocederebbero Livorno, Trapani, Cosenza e la perdente dei playout (Cremonese o Venezia) e salirebbero Monza, Vicenza e Reggina. In Serie D, infine sembra certo il ritorno tra i professionisti di Palermo e Mantova.

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