Stavolta lo show lascia l'amaro in bocca. Valentino Rossi perde il corpo a corpo con un Dani Pedrosa incredibilmente combattivo. Una sconfitta che brucia perché costa altri quattro punti nel duello con Jorge Lorenzo che ad Aragon vince in solitaria agevolato da Marc Marquez che si stende al secondo giro. Il maiorchinoche vince mimando la pinna dello squalo, risposta al «casco» del pesciolino di Rossi. Lo sfottòè servito: «È solo che mi sentivo forte come uno squalo», dice Jorge. Valentino abbozza: «Se ti piace così tanto quel disegno ti do il permesso di usarlo». Però Lorenzo ora è a quattordici punti. È un campanello d'allarme perché senza la pioggia di Silverstone e del Mugello,non a caso Lorenzo aveva invocato il sole sabato, staremmo parlando di un'altra storia.
La corsa di ieri rilancia l'sos anche se conclusa sul podio dopo un weekend sempre più lento dei migliori. Ma a un certo punto il gp d'Aragon è sembrata la solita gara di Rossi, che alla domenica risolve i problemi. Risalito alle spalle di Pedrosa, si è subito pensato che lo stesse studiando per poi infilarlo. Copione rispettato, se non fosse per il finale sbagliato. Perché il sorpasso non è arrivato, perché Vale ha perso un corpo a corpo, pezzo pregiato della casa. Pedrosa ha retto alla grande l'urto. Strano perché Rossi di solito la spunta nei duelli che «deve» vincere. Ci ha provato in tutti i modi, anche all'ultima chicane «non è un punto da sorpasso. L'ho fatto per lo show, diciamo così». E alla fine ha dovuto riconoscere che «Dani è stato più bravo». Ma gli brucia tantissimo la sconfitta: «Non sono felicissimo, ho l'amaro in bocca. Volevo i punti in più, erano fondamentali». Tanto che ha anche rischiato: «Mi sono buttato in quella lotta perché era importante per il campionato». Ed è detto tutto anche se si consola con il tredicesimo podio in quattordici gare, e dicendo che comunque «ho fatto la mia miglior gara ad Aragon», insieme ad Austin le uniche piste dove non ha mai vinto. Non è bastato di fronte a una sorta di alleanza spagnola nel nome di Lorenzo. In sella non c'è Catalogna che tenga, tutti uniti. Questo dice la gara disegnata sul muraglione di Aragon. Marquez cade e toglie pressione a Lorenzo: «Sono sincero non so se con Marc avrei vinto». E poi Pedrosa che chiude la porta a Rossi in alemno dieci incontri ravvicinati: «Ho battuto il maestro». Lorenzo ringrazia Camomillo: «Questo Gp era fondamentale, se non mi fossi riavvicinato il titolo sarebbe diventato quasi impossibile. Ho il potenziale per recuperare».
In quattro gare deve recuperare quattordici lunghezze da Rossi che torna ad attaccare: «Sarò sicuramente più veloce che ad Aragon». Le prossime piste sono la sua seconda casa: Motegi (anche se in Giappone Lorenzo ha vinto tre volte), Phillip Island e Sepang. Un trittico fatto su misura per il decimo titolo.
Da sfruttare anche perché l'ultima si corre a Valencia. Dove già nel 2006 perse un titolo con Hayden: «Ho un conto in sospeso con quella pista», dice Vale, ma è meglio evitare la resa dei conti in Spagna, con l'aria che tira di alleanza spagnola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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